Un anno considerato da molti infausto il 2016. E non a torto, a ben vedere. Tanti infatti i personaggi illustri che ci hanno lasciato in questi 12 mesi. È a tutti loro che, idealmente, dedichiamo la nostra rubrica, con un omaggio a quattro pilastri della cultura contemporanea che, a modo loro, hanno fatto la storia Umberto Eco
Semiologo, filosofo e scrittore, è stato autore di molti romanzi di successo e di numerosi saggi. È stato lui a fondare nel 1988 il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Nel corso della sua carriera, è stato anche professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna nonché socio dell’Accademia dei Lincei. Dalla fine degli anni ’50, si è dedicato a studiare i mass media e la loro influenza, tema sul quale pubblicò diversi articoli. Ha sempre collaborato con riviste e giornali, non esclusivamente italiani. Un percorso letterario ricco che ne illustra la profonda cultura e conoscenza e che l’ha visto anche ricevere onorificenze in Italia e all’estero. Umberto Veronesi
È stato un oncologo e politico italiano; fondatore e presidente della Fondazione Umberto Veronesi e direttore scientifico emerito dell’Istituto europeo di oncologia, oltre che direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Gli studi sulla prevenzione e sulla cura del cancro, sono stati tema centrale della sua attività clinica e di ricerca. Si è distinto per la sua lotta in difesa dei diritti degli animali, riteneva infatti che la carne non fosse un alimento indispensabile e sosteneva che la dieta vegetariana, da lui stesso assunta, aiutasse a prevenire l’insorgere di gravi malattie, tra cui il cancro intestinale. Luminare e divulgatore, sostenitore della buona alimentazione e di uno stile di vita sano. Dario Fo
Una vita interamente dedicata alle arti, entrata ufficialmente nella storia grazie al premio Nobel per la letteratura nel 1997. Quella di Fo, unitamente all’imprescindibile figura della compagna Franca Rame, è l’immagine di un uomo di cultura che ha condiviso il suo spessore e i frutti delle sue ricerche con il mondo, sempre con sorriso e leggerezza. Che piacesse artisticamente o che destasse indifferenza, che ci si riconoscesse o meno nel suo attivismo ideologico e politico, che si apprezzasse o disdegnasse il suo taglio satirico, a Fo va riconosciuto soprattutto il merito di aver sempre perseguito un obiettivo nobile: portare arte e cultura a tutti, indistintamente, come bene pubblico. Tina Anselmi
Con il volto di chi ha condotto un’intera esistenza di onestà intellettuale e di coerenza rispetto ai propri princìpi, dopo un’adolescenza vissuta da partigiana con il nome di “Gabriella”, è stata una figura politica che ha lasciato un profondo segno nell’Italia del secondo dopoguerra. È la prima donna a ricoprire la carica di Ministro, è l’artefice della legge sulle pari opportunità, è fra coloro che hanno contribuito ad introdurre il Servizio Sanitario Nazionale e ha guidato la Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia P2 di Licio Gelli. Una donna che ha condotto vittoriose battaglie di genere, in tempi in cui assumevano connotazioni ai limiti del rivoluzionario, senza grandi slogan e manifestazioni plateali, bensì con la fermezza e la tenacia che l’hanno sempre contraddistinta.