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Italia, è tempo di guardare avanti

Smettiamola di dire no “a prescindere” ai cambiamenti

 

 

Cari lettori,
un altro anno sta per volgere al termine, tante cose sono cambiate rispetto a 12 mesi fa e tante altre cambieranno. Nel nostro Paese, tuttavia, c’è una categoria che sembra non voler cambiare mai. È quella delle“cassandre”,dei vaticinatori di sventura, dei disfattisti e dei bastiancontrari per partito preso. Un genere di persone che invece di venir meno, sembra proliferare di giorno in giorno. Prendete quello che è successo nelle ultime settimane. Alla suddetta categoria, già ben nutrita di suo, si è aggiunta improvvisamente una sfilza infinita di ex potenti. Personaggi politici da tempo privi
di potere, che improvvisamente si sono rifatti sotto per dire tutti assieme in coro “no” al referendum costituzionale, “no” alla legge di bilancio, “no” a qualunque altra cosa che possa andare in qualche modo a modificare l’esistente. Un’agguerrita manica di ex potenti alla riscossa pronti a passare
sul cadavere della propria madre, pur di far fare le valigie al presidente del Consiglio in carica.
Vi sembra normale? Secondo noi assolutamente no, anche perché la riforma della Costituzione, a ragion veduta, ha degli aspetti obiettivamente condivisibili. Il problema è che a permettersi di farlo presente, si finisce inevitabilmente per vedersi appioppata addosso l’etichetta di “renziani”. Che povertà culturale! Che desolazione! Vi sembra normale che a fare i bastiancontrari “a prescindere”,
e che a propinarci le loro ricette per salvare l’Italia, siano gli stessi personaggi, d’ogni risma e ogni estrazionepolitica,cheper25 anni hanno avuto in mano il Paese riducendolo all’attuale stato di fatto? Anche qui, assolutamente no. Perché non proviamo a guardare avanti? Come dice il nostro Premier, #passodopopasso bisogna provare a cambiarla, questa nostra Italia. Per noi, però, è imprescindibile che il prossimo passo debba essere quello di dare il giusto valore al talento e alle competenze.
È tempo di rivedere gerarchie, curricula, selezioni e concorsi e premiare i più meritevoli.
Nella Pubblica Amministrazione come nel governo, nelle aziende come nelle istituzioni, e finanche nella scuola. Pre-pa-ra-zio-ne: la parola d’ordine deve essere questa e soltanto questa. Diciamo basta una volta per tutte con l’Italia delle relazioni, delle parentele, dei vecchi volponi e degli amici degli amici.

Buon viaggio del gusto a tutti

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