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Il ritorno all’Olimpico di Vicenza, il teatro più bello del mondo

Proscenio e palcoscenico del Teatro Olimpico di Vicenza elevati sopra una scogliera mediterranea: il mare increspato davanti, dietro il sole che stempera il cielo virando al tramonto. Questa la locandina del 73° Ciclo dei Classici battezzato “Nostos” con sottotitolo “Se tu non torni” che il teatro dei teatri, il teatro più bello del mondo, tornerà ad ospitare a Vicenza dal 25 settembre al 23 ottobre 2020.

Il direttore artistico Giancarlo Marinelli al Teatro Olimpico di Vicenza (foto di Germana Cabrelle)

Accesso consentito ai teatri dal 15 giugno 2020

La cultura, in questo 2020 d.C (dopo Covid) era andata in dimenticatoio: è stato l’ultimo dei pensieri mentre doveva essere il primo. Una forzata astinenza per gli appassionati, un fermo imposto per l’organizzazione che ora riprende a muoversi come la marionetta accantonata: riaccende le luci in sala, per provare a riscaldare gli animi, suscitare applausi. Certo: a dovuta distanza, con singhiozzo di sedie lasciate libere. Non subito: a settembre e per un mese, ancorché annunciato in questi giorni.

Olimpico: un viaggio nei classici e nella meraviglia

È affidata ancora una volta all’altissima statura professionale di Giancarlo Marinelli, scrittore e artista, la direzione artistica del programma di classici all’Olimpico. “Lo scorso anno – è esordito Marinelli – avevo costruito un programma nato e cresciuto in un traffico di riunioni, investimenti e incontri con artisti e produttori. Da fine febbraio tutto è mutato, tutto è andato verso la tenebra dove sembra non esserci più via d’uscita. Tutto dissolto. Eppure, o proprio per questo, io ho sentito fin dall’inizio l’obbligo morale di assicurare all’uomo sacro della nostra identità di continuare a vivere.

Non lo dovevo solo a Vicenza, lo dovevo soprattutto alle persone che quando sono arrivato qui mi hanno saputo accogliere e proteggere. “Nostos – continua il direttore artistico – è il mio personale viaggio che non sapevo dove poteva portarmi. Un presagio postumo mi è venuto in soccorso, un’apparizione nel mio inconscio sotto forma di un segno. La canzone “Se tu non torni” di Miguel Bosè mi ha infuso consapevolezza e suscitato una domanda: se in quei mesi di chiusura ci siamo chiesti come potevamo resistere senza lo stare insieme; quello stare insieme che non è aggregazione bensì fusione, come gli amori. Se il male si diffonde, anche lo splendore è un contagio che arriva agli altri attraverso una influenza. Ho scoperto che il termine nostalgia è un neologismo medico, unione di due parole “Nostos”, che in greco è desiderio di ritorno, e “Algos” che è dolore. La nostalgia è fusione del dolore col ritorno e si basa sul ricordo affettivo e la distanza ne abbellisce il ricordo stesso. L’Odissea è un grande romanzo perché mette insieme il viaggio e il ritorno. Ogni viaggio è sempre una ricerca di un seme, di un humus della propria identità. Intraprendere un viaggio senza concepirne il ritorno è morte o follia. Sono andato avanti a capire questo concetto: sono passato per Freud che dice che in verità quel desiderio non è desiderio che si basa su un ricordo storico ma su un ricordo affettivo. La distanza che il tempo ci fa prendere ne abbellisce il ricordo stesso. La distanza che prendiamo da quel segreto della vita che abbiamo perduto, diventa miracoloso per la misura di quell’allontanamento. E più siamo distanti e più ci manca, e più ci manca più ci sembra straordinario anche ciò che mentre lo vivevamo assumeva i toni dell’ordinarietà. L’Odissea è un grande romanzo perché ogni viaggio ha una partenza e un ritorno”.

Otto titoli, diciannove repliche

Dunque, il 73° Ciclo dei Classici racconterà tutto questo: la struggente malinconia dell’Olimpico, dello Splendore che si è fatto materia. Di qui l’esigenza di pensare in una sequenza logica e cronologica a grandi titoli del mondo classico capaci di incarnare questo canto notturno di “pastori erranti”, di “eroi erranti”, che invocano, vivono, (e muoiono), nel rapporto con il pubblico: La Signora Dalloway di Virginia Woolf; Elena e Penelope, una lectio olimpica di Giorgio Montefoschi; Ecuba e le Streghe di e con Ivana Monti;

Noi-Dialoghi Shakespeariani di e con Anna Galiena; Palladio Magico pensato per le famiglie, Il lupo e la luna di Pietrangelo Buttafuoco; Clitennestra. I morsi della rabbia di e con Anna Zago;Una Piccola Odissea di e con Andrea Pennacchi; e altro ancora. Il programma del 73° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico prevede dunque otto titoli – di cui sei in prima nazionale – in scena dal 25 settembre al 23 ottobre prossimi, per un totale di 19 repliche. I biglietti per gli spettacoli saranno in vendita – esclusivamente online su www.tcvi.it/it/classici/ –  da martedì 30 giugno. Al momento è previsto per gli spettacoli un afflusso di pubblico limitato, come previsto dalle disposizioni emergenziali con una capienza massima di 100 persone all’interno del Teatro Olimpico e 50 persone nel giardino del Teatro. La disponibilità di biglietti sarà quindi notevolmente ridotta rispetto alle edizioni precedenti.

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