Per molti rappresenta una risposta corretta ai cambiamenti climatici ed alla ricerca di una agricoltura rispettosa dell’ambiente e della salute. Il motivo è semplice: non prevede l’uso di concimi chimici e fronteggia le erbe infestanti senza pesticidi. Stiamo parlando del Miscuglio di Aleppo, una farina che proviene da coltivazione di popolazioni evolutive di grano tenero. Comprende 2000 varietà geneticamente differenti, che rappresentano una grande biodiversità.
Una grande biodiversità
Una diversità che si può rilevare facilmente nel campo osservando le diverse altezze e grandezze delle spighe. Ogni varietà ha la sua caratteristica particolare e proprio questa diversità del miscuglio ad opporsi alla standardizzazione delle piante presente oggi in agricoltura. Una diversità di semi, che permette di combattere gli allettamenti del grano per le differenze di altezza delle piante, consente di eliminare le infestanti naturalmente senza alcun intervento chimico, e contribuisce a ricostruire la biodiversità del territorio.
Frutto di anni di ricerca scientifica
«Una popolazione evolutiva non è altro che una mescolanza di tantissime varietà diverse della stessa specie – spiega il genetista di fama internazionale, Salvatore Ceccarelli, che insieme all’agronoma Stefania Grando ha dato il via al progetto di recupero di questa coltivazione – L’idea non è nuova ed è abbastanza semplice: coltivando una popolazione evolutiva, ci si mette al riparo da malattie nuove, erbe infestanti nuove o cambiamenti climatici, perché su un’intera popolazione ci sarà sempre una parte di individui che riuscirà a cavarsela».
Grani antichi che arrivano dalla Siria
La ricerca dei due professori si è svolta in Siria presso l’istituto internazionale di ricerca ICARDA di Aleppo, da cui deriva il nome dato al miscuglio di semi. Grazie al loro impegno sono arrivati in Italia alcuni chili di questo prezioso materiale che una rete di contadini sempre più numerosa ha cominciato a seminare, a mescolare e a far evolvere nei propri campi. Una coltivazione che lentamente, ma progressivamente si sta diffondendo con successo nel nostro paese, arruolando sempre nuovi agricoltori e conquistando sempre nuovi consumatori.
Una rete marchigiani di agricoltori
Nelle Marche in provincia di Fermo, dal 2017, si è costituita una comunità di tre contadini Anna e Giuseppe Monaldi di Monte Giberto e Cristiano Tuzi di Ortezzano. Hanno scelto per la loro rete il nome di “CERERE PICENA” per identificare il legame con il territorio, dove vivono e lavorano e che era abitato dal popolo degli antichi Piceni.
Biodiversità certificata
«Noi abbiamo scelto di riprodurre i nostri semi – spiega Anna Monaldi – dopo aver acquistato quello di origine certificata perché crediamo che questo sia il modo per restituire alla natura ciò che essa ci regala, lasciandola agire liberamente senza alcun intervento da parte nostra. Crediamo nella libertà del seme e, come contadini, speriamo e cerchiamo di riconquistare questa libertà quanto prima. Dopo una prima fase di sperimentazione dalla fine del 2020, abbiamo dato inizio alla fase di commercializzazione della nostra produzione».
Prodotti da forno unici e dal sapore straordinario
E qui entrano in gioco le caratteristiche uniche del grano prodotto con questo miscuglio. Viene macinato rigorosamente ed esclusivamente con mulino a pietra, ottenendo una farina dal profumo intenso e dal sapore rustico. L’utilizzo di questa farina permette di preparare prodotti unici, dal profumo, che ricorda quello del grano appena raccolto, e dal gusto persistente. La presenza inoltre di fibra e di un limitato contenuto di glutine permette di preparare piatti più digeribili e adatti anche a chi mostra intolleranze. I grani evolutivi infatti hanno un rilascio dell’amido più lento, per questo le risposte glicemiche e insulinemiche post-prandiali su soggetti sani sono meno intense e più lunghe. Il colore tendente al grigio, permette di ottenere un’ottima crosta.
All’inizio dell’anno la Rete Cerere Picena ha concluso un accordo con l’azienda Albenga in Tavola Gourmet che utilizzerà le farine prodotte con il Miscuglio di Aleppo per la produzione di progotti gourmt tipici della cucina ligure come torte di verdura e lasagne al forno. «Amiamo utilizzare prodotti agricoli genuini, come questa farina – spiega Mauro Sandri, titolare dell’azienda ligure – per proporre ai nostri clienti una gastronomia realizzata con materie di prima scelta e senza conservanti. Portiamo così in tavola non solo le eccellenze agricole, ma anche l’impegno e l’amore con cui vengono proodtti ed il cibo trasmette al consumatore sapori e saperi antichi».