Modellano con sapienza la materia prima. Pensano e creano arredi durevoli. Inventano e costruiscono complementi d’arredo. Sono i designer, gli ebanisti, i prototipisti, i mobilieri: eccellenze umane che con la loro genialità, rendono il nostro un Paese leader anche nel comparto del legno-arredo. Impossibile, nelle loro creazioni, stabilire dove finisce la funzionalità e cominci l’arte. Ecco perché il mondo ama lo stile italiano dell’abitare L’abitazione è il bene al quale gli italiani tengono di più: l’arredamento è la dotazione del proprio spazio intimo e vitale con oggetti che non solo possiedono una funzione ben precisa, ma che rappresentano anche una dimensione estetica. Dietro a questa sintetica definizione in Italia si muove un plotone di artigiani e designer: talenti della manualità che sanno applicare anche le più avanzate tecnologie messe a disposizione dalla domotica. Il falegname 2.0Come, ad esempio, la cassettiera a comando vocale Cuore solitario 2.0, studiata e realizzata dall’ebanista Alessio Gismondi. Siete impegnati con entrambe le mani e avete la necessità di prendere una busta dal cassetto? Tramite Arduino, la scheda elettronica di piccole dimensioni (anche questa studiata in Italia, a Ivrea) Cuore solitario 2.0 riconosce l’ordine e il cassetto si apre magicamente. «A questo sono arrivato dopo 35 anni di lavoro continuo e tre generazioni di esperienza di falegnameria alle spalle», ci informa Gismondi nel suo laboratorio di Civitavecchia. Spesso le soluzioni sono richieste da altri professionisti, chiamati a sviluppare di mobili di design con alta tecnologia applicata in piccole serie. «Ma con il tempo, la curiosità mi ha portato ad affrontare nuove frontiere e fare mie proposte – continua il titolare dell’azienda Codice-a-barre – tanto che oggi la mia impresa continua a progettare e realizzare oggetti d’arredo con l’intento di rendere ogni ambiente un luogo evocativo, uno scenario che permetta di dimenticare la routine». Se la casa è il nido dove trovare conforto, la postazione di lavoro è essenziale per realizzare al meglio la propria attività. E quando uno scrittoio riesce a conciliare tradizione artigianale e design, allora sì che un semplice strumento di lavoro diventa un’opera d’arte. Design&medicina… un matrimonio curioso, ma Alessio Gismondi è riuscito a combinare anche questi due elementi. Realizzando nel 2013, in collaborazione con il Museo della Scienza di Trento e l’Università della città atesina il progetto Con_tatto, che affronta il delicato problema delle malattie cutanee: ogni mobile ha una speciale finitura decorativa con elementi tattili diversi che rendono l’oggetto palpabile e rappresentativo di nove patologie selezionate, dall’orticaria alla psoriasi, al fine di sensibilizzare il pubblico su questi argomenti. Quando la materia è sacraRiconoscibilità a prima vista la parola d’ordine, dunque. Come accade anche per i mobili dell’Officina Rivadossi Falegnameria, che da quarant’anni (ma oltre 85, se si tiene conto dell’esperienza accumulata nel secolo scorso dal capostipite Clemente Rivadossi) si contraddistingue per l’alta qualità del materiale, la cura e la ricerca del dettaglio costruttivo, la precisione degli incastri e dell’assemblaggio, l’armonia degli accostamenti e gli elementi di modernità. «Pensiamo di essere depositari di uno stile unico e personale grazie alla lavorazione totalmente artigianale e manuale: le essenze di noce, ciliegio, rovere e tiglio sono scelte, accostate, lavorate ed esaltate in tutte le loro qualità. I manufatti sono la rappresentazione dell’unione armonica tra il legno e il design moderno, con grande attenzione alla funzionalità e alla destinazione nella vita reale» ci racconta Marco Rivadossi. Nascono così credenze, madie, sedie, librerie e cucine su commissione, ma anche arredi sacri che si esprimono nell’austerità delle forme, nella semplicità della concezione, nella preziosa eloquenza dei materiali lignei. Altro punto di forza dei Rivadossi è la presenza di abili giovani artigiani che vengono cresciuti e maturati direttamente nel laboratorio di Nave, nel Bresciano. Quando si crede nei giovani, i talenti nascono. Mobili da interpretareÈ accaduto a Giacomo Moor: «La mia passione per il legno è sbocciata durante gli anni dell’università grazie all’assidua frequentazione di una bottega artigiana. Così nacque l’idea di disegnare, ma soprattutto realizzare in prima persona degli oggetti nei quali la componente manuale potesse diventare il valore aggiunto del progetto», svela. Oggi Moor è nome assai noto, che lavora per clienti privati, gallerie e aziende. I primi successi li ha raccolti con la collezione Metropolis: sette mobili in edizione limitata, numerati e firmati dall’autore (tavolino, scrivania, armadio, consolle, libreria, parete attrezzata orizzontale e verticale) dove i volumi in legno di noce si compenetravano con strutture reticolari di ferro laccato nero, articolandosi nello spazio e creando micro-architetture da interni. Venivano assolte così precise esigenze funzionali ma anche evocate forme archetipiche di metropoli, ed insieme si profilava il particolare equilibrio tra rigore geometrico e flessibilità del noce. Moor non dichiara espressamente la funzionalità degli oggetti che crea: spetta all’utilizzatore scoprirne ante e cassetti. «Il cliente – dice – deve avere la possibilità di seguire l’evoluzione del prodotto, dalla fase di progettazione a quella di lavorazione e finitura». Ed è così che i clienti diventano protagonisti nella costruzione dell’oggetto, grazie alla collaborazione con designer e artigiani, all’interno della sua bottega di Milano. Nella successiva collezione Palafitte, Giacomo ha indagato le facoltà del bambù, anche plasmandolo in materia viva che s’ispira alla verticalità delle case sull’acqua. Tavoli, scrivanie, sistemi d’arredo su misura, lampade e sedute: uno stile tutto italiano che rende più accattivante la casa. E avvicina il mondo al modo di pensare, e di vivere, italiano. Arredi a misura di… desiderioL’evoluzione del modo di abitare e di intendere l’ambiente è ben presente nelle realizzazioni di un maestro di lunga esperienza come il brianzolo Giordano Viganò, il quale, dagli esordi con mobili in stile Anni ’70 a fianco di importanti designer come Luigi Massoni e Gianfranco Frattini, è approdato a una forma d’espressione moderna e contemporanea applicando tecniche nuove e gli ultimi ritrovati in tema di materiali e finiture. «Ai giorni nostri – afferma – il committente, più che mai, deve essere coinvolto nella preparazione dell’oggetto che desidera: chi entra nel laboratorio deve trovare il carisma dell’artigiano e la preparazione del tecnico nella scelta del materiale e del procedimento. Chi entra nella bottega non va a comprare un prodotto, ma vuole vivere un’esperienza. L’artigiano non deve realizzare una richiesta, ma deve dare vita a un desiderio che forse il cliente non riesce ad esprimere». I versanti lungo i quali si è evoluto l’arredamento d’autore sono due, insomma: lo stile e i materiali utilizzati. E le sorprese non mancano: come nel caso del legno di palma, adoperato da Viganò per la sua “Scacchiera Tabula Aurea”, sezionato per favorire il contrasto cromatico solitamente ottenuto accostando il bianco e il nero. La bordatura in ebano del Gabon e le finiture esterne in argento rappresentano il tocco per il raggiungimento di una bellezza autentica, nascosta in dettagli che rendono l’oggetto unico ed emozionale. «È fondamentale l’esperienza che ho maturato collaborando con grandi artigiani che mi permettono di costruire gli oggetti a me ordinati: molto richiesti sono quelli composti da legno e metallo o legno e vetro – chiosa Viganò – questo tipo di lavorazione è sempre più stimolante, specie quando si desidera ottenere effetti decorativi, come l’inserimento di tasselli d’osso o di galuchat, particolarmente delicata da lavorare per la sua grana naturalmente perlata». In occasione del Salone del Mobile di quest’anno, questo artista del legno che nel 2008 ha ricevuto il riconoscimento di “Eccellenza Artigiana Lombarda”, è stato chiamato ad esporre le sue opere presso la Biblioteca Ambrosiana, unitamente ad altri maestri d’arte italiani e celebri designer, per un’interpretazione della tradizione artigianale che illustri una collezione esclusiva di 16 pezzi costruiti con tecniche rare e materiali ricercati. Per saperne di più: www.codicelab.comwww.giordanovigano.itwww.rivadossimobili.comwww.giacomoor.com