Al polso destro indossa un bracciale realizzato con una striscia di metro giallo da sarta, al sinistro un orologio Santos Cartier.
Le due anime di Antonia Sautter sono così riassunte: da una parte la stilista, l’ideatrice, la creativa; dall’altra l’imprenditrice, la manager, la donna al comando di un brand che porta il suo nome e anche quello latino della sua città, Venetia, e si declina in Creations & Events, perché in questo si sostanzia la sua attività professionale, che è un laboratorio di eccellenze.
A partire dalle creazioni del suo atelier: kimoni, borse, accessori, pantuffe (neologismo da lei coniato per le sue originali pantofole scelte anche da Camilla Parker Bowles e diventate un marchio registrato), ma soprattutto costumi d’epoca, di ogni foggia e colore, accuratamente studiati e confezionati nel rispetto di un pensiero filologico coerente fin nei minimi dettagli. Passamaneria, lustrini e paillettes comprese.
Uno stile inconfondibile, quello di Antonia Sautter, che prende vita dalla accurata combinazione di materiali preziosi: sete, taffetà, broccati e velluti, tinti alla maniera antica, con le spezie, stampati a caldo con colori e ori secondo i dettati della scuola di Mariano Fortuny e cuciti nella sua personale sartoria, allocata al sottotetto della sua abitazione, in quella che era la sua stanza dei giochi di quando era piccola. E forse, o quasi sicuramente, anche la stanza dei sogni, perché qui ha senz’altro preso vita la sua ricercata predisposizione al bello, al meraviglioso, tanto che da attitudine è diventata un’attività.
Antonia Sautter, personalità carismatica, Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti di lavoro, laurea honoris causa a Parigi in management di eventi, è conosciuta in tutto il mondo per Il Ballo del Doge, l’happening più ambito dal jet set internazionale, il ballo in maschera per antonomasia che si svolge il sabato di Carnevale nella sua Venezia, nei tre piani di un palazzo fra i più belli e ammiccanti che si affacciano sul Canal Grande.
Il Ballo del Doge è qualcosa che, a buon diritto, ha a che fare con una produzione artistica più che con uno spettacolo fine a se stesso, perché è una fantasmagorica e caleidoscopica successione di performance di altissimo livello, con presentatori, intrattenitori, acrobati, ballerini che si alternano fra i tavoli della cena di gala placée.
Ogni edizione de Il Ballo del Doge – che si ripropone da 24 anni – porta con sé un nuovo tema e inusitati costumi e allestimenti. Quello di quest’anno è “Venezia è: so Splendid, so magic, so Glam, so You!”, per celebrare lo splendore, la magia e la seduzione della città lagunare, che magnetizza con il suo fascino ogni turista e persona in visita. Perché tutti siamo attratti da Venezia e ne custodiamo un ricordo emozionale indelebile.
Sabato 25 febbraio a partire dalle ore 20.30, Palazzo Pisani Moretta conterrà al proprio interno, come in uno scrigno prezioso, questa Venezia da sogno. Sotto un lucente cielo stellato, quello che per fattezze rimanda al firmamento che fa da sfondo al leone alato dell’orologio dei Mori in piazza San Marco (ma anche alle stelle a otto punte della Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova), lo splendore della Serenissima si svelerà agli occhi dei presenti attraverso la celebrazione dei simboli che ne hanno decretato la storia millenaria, facendola assurgere a Regina dei mari d’Oriente.
Per i partecipanti alla serata de Il Ballo del Doge sarà come trovarsi dentro un set cinematografico, dove loro ne saranno i protagonisti. Con dogi, cortigiane, dame e giocolieri.
Comprensibilmente, il backstage di questo evento unico al mondo, prevede un lavoro preciso, organizzatissimo e serrato. Palazzo Pisani Moretta, dove si svolge Il Ballo del Doge, viene consegnato vuoto alle ore 8 del 25 febbraio e tutto quello che deve essere predisposto per l’evento deve passare per una porta sul Canal Grande di 1,50 metri X 2,50. Alle 15 iniziano le prove degli artisti e alle 20.30 si spalancano le porte per l’ingresso degli ospiti. Dietro le quinte vi è la collaborazione di 14 sarte, 12 make up artist, 4 hair stylist, 3 direttori di palco, 8 hostess, 14 tecnici audio-luci, 12 scenotecnici, 8 fioristi per fornitura addobbi floreali, 4 decoratrici per i tavoli della cena, 1 chef (quest’anno la direzione è affidata a Nicola Batavia titolare del Birichin di Torino e del The Eggs del Danieli), 5 aiuti chef per il catering, 48 camerieri, 6 barman e 10 addetti alla security.
Naturalmente, a un evento di questa portata, non potevano mancare fiumi di champagne. Main sponsor de Il Ballo del Doge è, infatti, la maison Vranken Pommery, che ha fornito tre diverse tipologie di champagne per rendere spumeggiante l’interna serata. Ha contribuito, con altri vini, cioccolato e biscotteria, anche T Fondaco dei Tedeschi, che da ottobre è, a Rialto, il nuovo indirizzo dello shopping di lusso a Venezia.
T Fondaco ha fornito, inoltre, tre marchi di rossetti per il trucco degli artisti e delle dame ospiti al Ballo: Armani, Dior e Givenchy, affinché sia davvero un evento “al bacio”, che lasci il segno. Come indubbiamente accadrà. Come accade da ventiquattro anni ogni ultimo sabato di carnevale.
Dalle ore 3 del 26 febbraio alle ore 8 Palazzo Pisani Moretta sarà disallestito, smantellato, svuotato e riconsegnato. Perché, il Ballo del Doge, proprio come un vero sogno, dura soltanto una notte.