Sono oltre quaranta i beni nazionali che aspirano ad essere eletti a “patrimoni dell’umanità”, per andarsi così ad aggiungere ai 51 già iscritti nell’ambito elenco che, com’è noto, comprende il centro storico di Roma, la città di Urbino e Siracusa, i sassi di Matera e le ville Palladiane. E anche se la 40esima commissione Unesco che si riunirà in questo mese ad Istanbul non ha approvato alcuna nostra candidatura, la “tentative list” resta comunque uno straordinario (e poco conosciuto) patrimonio di arte, paesaggi, cultura, che val la pena scoprire ripercorrendo, se non proprio i passi, il percorso iniziatico dei viaggiatori europei dei secoli passati Davvero ci voleva un inglese per far conoscere agli italiani la bellezza di un giardino botanico? Eppure è andata proprio così. Merito della passione visionaria di un “cercatore di alberi”, il viaggiatore inglese Sir Thomas Hanbury, che ha dato vita a un luogo dal fascino eclettico e a suo modo internazionale. Si tratta dei Giardini botanici Hanbury, sul promontorio della Mortola, nel comune di Ventimiglia, realizzati a partire dal 1867 e dal 2006 candidati Unesco a Patrimonio mondiale dell’Umanità. Qui, il tipico paesaggio ligure degradante verso il mare si compone secondo il disegno del romantico giardino “all’inglese”, con i suoi vialetti e pergolati, e si popola di un’incredibile ricchezza di specie botaniche, provenienti da tutto il mondo. Una prova ulteriore, se mai ce ne fosse ancora bisogno, della straordinaria varietà del territorio italiano e delle sue infinite diversità bio-culturali: paesaggio e ambiente, centri storici e stabilimenti termali, beni culturali e microclimi particolarissimi. Molti dei quali rientrano già nel novero dei Siti Unesco. Il Bel Paese infatti ne conta ben 51, ma non basta. La prova che tutta l’Italia, da nord a sud, è un autentico concentrato di bellezze spesso ancora da scoprire, la troviamo proprio scorrendo la tentative list dei luoghi – attualmente 40 sui 1641 siti appartenenti a 175 stati membri – che da anni attende risposte dalle alte sfere decisionali dell’Unesco. Perché non partire allora per una sorta di Grand Tour alla scoperta di questi angoli di paradiso sconosciuti ai più, sulle orme dei romantici viaggiatori tra Sette e Ottocento, quando l’Italia era il luogo prediletto per questi turisti d’élite ante-litteram? Un’idea per una gita domenicale fuori porta o un itinerario per una vacanza meno banale del solito. Architetture sibillineSapevate, per esempio, che proprio alla “orribilmente bella” Cascata delle Marmore nel cuore verde dell’Umbria Lord Byron aveva dedicato dei versi nel suo Child Harold’s pilgrimage, che possiamo non a torto considerare una sorta di prima poetica guida turistica dell’Italia? C’è da chiedersi se anche lui, esperto cultore del mondo classico, ignorasse, alla pari di tanti odierni visitatori, che era stata in realtà la mano dell’uomo a creare quello spettacolo dall’apparenza così selvaggiamente“naturale”. Fu infatti il console romano Curio Dentato nel 290 a.C. a deciderne la costruzione allo scopo di far defluire le acque del fiume Velino e bonificare la zona, fino ad allora stagnante e paludosa. Come dire: l’utile al servizio della bellezza. Evento troppo spesso più unico che raro! Lo stesso fondersi di naturale e artificiale, così caro all’estetica del sublime della cultura romantica, lo ritroviamo anche nel Parco della Villa Gregoriana a Tivoli, candidata Unesco dal 2006. Qui, dove il fiume Aniene compie un salto di 100 metri nella campagna romana, il paesaggio si compone di cascate, naturali e costruite ad hoc, di orridi e di anfratti, ma anche di itinerari studiati per suggestive passeggiate nel verde, sotto lo sguardo vigile di antiche presenze. Come quella della Sibilla Tiburtina, la profetessa che qui aveva la sua casa, nei luoghi – si dice – dove i Romani costruirono poi il Tempietto di Vesta. E, per chi sa ascoltare e comprendere, il rumore del vento tra le foglie degli alberi trasporta ancora l’eco dei suoi fatidici responsi… Ambasciatrice di bellezzaScendendo verso sud, troviamo poi una presenza divenuta di recente quasi familiare grazie a Expo2015: la Cattolica di Stilo, scelta dalla Regione Calabria a simbolo del suo padiglione. Ma forse nemmeno i più incalliti giramondo si sono accorti che la sua immagine circolava già da tempo, impressa nella filigrana del passaporto italiano: indiscutibile ambasciatrice nel mondo delle bellezze del nostro territorio. Perché questa singolare costruzione – un cubo di mattoni sovrastato da cinque cupole cilindriche, poggiato alle pendici del monte Consolino, la cui fondazione risale al X secolo – è stata per almeno cinquecento anni il più importante centro bizantino della Calabria meridionale. Un minuscolo scrigno che contiene, nel suo suggestivo interno, parti di affreschi di figure sacre tra i più emblematici della antica pittura bizantina, divenuti probabilmente modelli per tutta l’area Balcanica fino all’Asia minore. Sfoglia la gallery: Intuito britannico, genio fenicioEccoci infine a Lilibeo, l’antica Marsala, che insieme con l’isola di Mozia che la fronteggia, offre un altro inestimabile tesoro: una testimonianza unica della più antica architettura punico-fenicia nel bacino del Mediterraneo. E ancora una volta si deve alla lungimiranza di un fedele suddito di Sua Maestà Britannica, Giuseppe “Pip” Whitaker – che per la verità era giunto in questa zona della Sicilia attirato dal suo vino prestigioso – la scoperta, e la salvezza, del prezioso sito archeologico. Incantato dalla straordinaria bellezza del luogo, nel 1902 acquistò l’isola di Mozia e avviò gli scavi, tuttora in corso, che continuano a rivelare i loro tesori nascosti. Così oggi, grazie alla Fondazione Whitaker, è concesso ai visitatori che lo desiderano di entrare in contatto con un passato affascinante, circondati da profumi e colori che solo la Sicilia può offrire. Per non parlare delle spettacolari Saline della laguna, eredità degli antichi fenici fondatori della città. Elette Luogo del Cuore Fai, vincendo una speciale classifica Expo 2015, sono al centro della Riserva Naturale Orientata Isole dello Stagnone, sul litorale davanti a Mozia che collega Marsala a Trapani. Una visita che regala un’esperienza unica: dal viaggio all’interno di una natura solitaria e fascinosa, alla rigenerante esperienza di un’immersione nelle vasche seguita da un piacevole relax sulla candida spiaggia incrostata di sale. Potremmo continuare, quasi senza soluzione di continuità, per altri infiniti luoghi della penisola. Di fronte a tante inesauribili meraviglie c’è da interrogarsi sulle difficoltà che la commissione Unesco potrebbe incontrare nel dover scegliere tra eccellenze che pochi altri paesi possono vantare sia sul piano numerico che qualitativo. Non sarebbe allora più facile proclamare sito Unesco… l’intera Italia? E magari farlo prima che sia troppo tardi e che l’incuria degli uomini, o semplicemente la loro indifferenza siano causa, per questo nostro patrimonio così capillarmente diffuso, di un irreparabile quanto inarrestabile declino. Per saperne di più:www.unesco.itwww.rivistasitiunesco.itwww.beniculturali.it LA CURIOSITA’ Alboino, chi era costui?Lo sapevate che a inventare la dolce colomba pasquale sono stati gli abitanti di Pavia, quando era ancora la futura capitale del Regno Longobardo in Italia, per offrirla in segno di pace, dopo un assedio durato tre anni, al feroce re Alboino, quello – tanto per intenderci – dell’arcinoto «Bevi, Rosmunda!»? Ma non è tutto. Alboino, che aveva giurato di passare a fil di spada tutti gli assediati, per poter entrare in città da vincitore dovette rimangiarsi la parola. Come per magia – o era forse un segno del cielo? – il suo cavallo cadde in mezzo alla porta e non si rialzò fino al ritiro della minaccia. Il luogo di simili prodigi non merita dunque una visita? Eccola ancora lì, in pieno centro cittadino, la Reggia di Re Alboino, anche lei, insieme agli altri palazzi storici di Pavia, dal 2006 candidata Unesco a Patrimonio mondiale dell’Umanità. L’INTERVISTA «Hub unici per un turismo consapevole»Intervista a Giacomo Bassi, Presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, nonché Sindaco di San Gimignano A chi, se non al Presidente, possiamo chiedere quanto contano i beni italiani all’interno del Patrimonio mondiale Unesco? Com’è noto l’Italia è il primo Paese al mondo per numero di Siti Unesco presenti sul proprio territorio: ad oggi 51 distribuiti in modo abbastanza uniforme sul territorio nazionale. Se proviamo ad approfondire il motivo vero del perché un luogo, una città, un monumento vengono inseriti nella Wordl Heritage List dall’Unesco, ci rendiamo conto che i siti italiani portano con sé molti più profondi significati. Infatti, dobbiamo pensare che l’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale non sta solo a testimoniare la bellezza estetica del luogo, ma il fatto che esso rappresenta concretamente un pezzo della storia dell’uomo sulla terra. Ragionando su ciò è evidente che i siti italiani, per tutto ciò che nei millenni è accaduto sul nostro territorio, sono portatori di un grande valore assoluto, di un “peso” specifico ineludibile. Quindi è un grande vantaggio per un territorio essere inserito nel Patrimonio mondiale Unesco? Negli ultimi anni il riconoscimento si è sempre più affermato nel grande pubblico come sinonimo di eccellenza culturale, di unicità irripetibile: questo evidentemente ha giovato anche in termini di conoscenza, di valorizzazione e quindi di visibilità e promozione turistica. Del resto tutte le indagini ci dicono che c’è una “fame” di cultura crescente nel movimento turistico mondiale e questo non fa che accrescere le potenzialità del nostro Paese. I siti Unesco sono gli hub turistici per eccellenza ma, per il valore che hanno, non possono essere attraversati senza essere ascoltati, vissuti, conosciuti in profondità: dobbiamo riuscire a sviluppare un’offerta turistica che sappia spiegare l’unicità di questa esperienza e che sappia suscitare emozioni e ricordi indelebili. I beni italiani inseriti nel Patrimonio mondiale dell’Unesco riescono a fare rete e in che modo? Tra i 51 siti italiani ci sono i cosiddetti siti seriali che di per sé sono già una rete tematica di luoghi e monumenti: le residenze sabaude, le ville medicee, i parchi naturalistici, i siti longobardi, le Dolomiti tanto per citarne alcuni. Diverse Regioni, in questi anni, hanno attivato percorsi turistici territoriali volti a mettere in rete i siti Unesco insistenti sui propri ambiti di competenza. Proprio in questi giorni stiamo ragionando con la nuova governance di Enit di dare vita ad una proposta turistica di “grande viaggio” che colleghi tutti i siti Unesco Italiani. Per un Paese come l’Italia, in cui il turismo è una potenzialità ancora tutta da sfruttare, quali sono le prospettive a breve e medio termine? L’Italia ha un potenziale turistico inespresso di incredibile ampiezza. Le prospettive sono buone, ma potrebbero essere ottime se riuscissimo a fare sistema tra tutti coloro che operano nel settore, senza egoismi e particolarismi, e investendo sulla conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale che, in buona parte, è ancora da scoprire, da raccontare, da vivere. In questi ultimi tempi, grazie anche all’attivismo del Ministro Franceschini, si respira un’aria nuova in campo culturale: conservazione finalmente non più scissa dalla valorizzazione e dalla messa in fruizione pubblica di un bene. Non è un vezzo, ma un dovere. L’IDEA IN PIU’… San Gimignano: modello da imitare Patrimonio Mondiale Unesco dal 1990, è una testimonianza eccezionale della civiltà medievale sia perché racchiude, all’interno di un’area limitata, tutte le strutture tipiche della vita urbana – piazze e strade, case e palazzi, pozzi e fonti – sia perché il suo centro storico conserva una serie di capolavori dell’arte italiana del XIV e XV secolo nel loro contesto architettonico originale. «Negli ultimi tre decenni San Gimignano ha sviluppato un sistema turistico molto ampio – chiarisce ancora il sindaco Bassi – grazie anche alla visibilità innescata dal riconoscimento Unesco. Oggi si stima che in un anno visitino la città circa tre milioni di persone: tutte le statistiche pongono San Gimignano al terzo posto, dopo Firenze e Siena, tra i luoghi toscani più apprezzati e visitati. Circa 6000 posti letto di ricettività, capitale d’Italia per l’agriturismo, territorio che produce uno dei vini più antichi del mondo la Vernaccia di San Gimignano, 18.000 autobus turistici all’anno, quasi 200.000 visitatori nei musei cittadini, quasi 500.000 auto registrate nei parcheggi». Un luogo previlegiato o un modello da imitare? E negli altri siti, che cosa succede? “[…] In un posto come questo ci si sente veramente nel cuore delle cose, e lontano dalla pista battuta. Affacciandomi ogni mattina ad una finestra gotica, mi sembra impossibile che il Medioevo sia tramontato.” (E.M. Forster, La città) L’ELENCOLa tentative list completaAd oggi la Lista propositiva mondiale comprende 1641 siti appartenenti a 175 stati membri. L’Italia ha nella lista 40 siti:
- Arcipelago della Maddalena ed isole delle Bocche di Bonifacio
- Bradisismo nell’area Flegrea
- Cascata delle Marmore e Valnerina
- La Cattolica di Stilo e i complessi basiliano-bizantini
- Cittadella di Alessandria
- Città-fortezza di Palmanova
- Giardini botanici di Hanbury
- Centro storico di Lucca
- Centro storico di Parma
- Centro storico di Pavia e la Certosa
- Isola dell’Asinara
- Grotte carsiche della Puglia preistorica
- Paesaggi lacustri del Lago Maggiore e del Lago d’Orta
- La civiltà fenicio-punica in Italia: isola di Mozia e Lilibeo
- Orvieto (01/06/2006)
- Pelagos: il Santuario dei Cetacei
- Stagni del Golfo di Oristano, penisola del Sinis, isola di Mal di Ventre
- Cattedrali romaniche della Puglia
- Salento e centri del “Barocco leccese”
- Cappella degli Scrovegni a Padova
- Sulcis e Iglesiente
- Taormina e Isola Bella
- La Valle dell’Aniene e la Villa Gregoriana in Tivoli
- La città di Bergamo
- Le paleosuperfici del Paleolitico Inferiore di Isernia
- I bacini marmiferi di Carrara
- Le Murge di Altamura
- I portici di Bologna
- La transumanza: I Regi Tratturi
- La Via Appia “Regina Viarum”
- Ville della nobiltà pontificia nel Lazio
- Volterra: città storica e paesaggio culturale
- Massiccio del Monte Bianco
- Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
- Ivrea città industriale del XX secolo
- Parco Nazionale della Sila
- Alpi Marittime e Liguri
- Le opere difensive di difesa veneziane del XV e XVII secolo
- Grandi Terme d’Europa
- Estensione del sito “Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e Germania”