Se amate l’olio e la buona cucina sappiate che in Umbria dal 28 ottobre al 26 novembre si terrà la XXVI edizione di “Frantoi Aperti”, evento simbolo dell’oleoturismo in Italia. La novità di questa edizione è “La Grande Pedalata” in e-bike lungo la fascia olivata Assisi – Spoleto”, ma anche i tour degli Olivi Giganti Patriarchi nel territorio “Amerino Tipico” e le passeggiate per bambini tra fiabe e olivi con la “CamminAttrice” Loretta Bonamente.
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Frantoi Aperti
Cosa si festeggia? L’arrivo del nuovo Olio extravergine d’oliva, e si ravviva il periodo della frangitura con visite esperienziali in frantoio e un fitto calendario di iniziative ambientate tra la cornice naturale degli oliveti e la suggestione medievale dei tanti comuni aderenti. I visitatori potranno vivere l’esperienza del frantoio in lavorazione, assistendo alla produzione dell’olio nuovo. In particolare quest’anno si vuole abbinare all’itinerario di oleoturismo quello di mobilità sostenibile e sabato 28 ottobre, sarà organizzata in collaborazione con FIAB Umbria e YouMobility “La Grande Pedalata Lungo la Fascia Olivata dei Colli Assisi – Spoleto”, in e-bike, lungo i percorsi ciclabili che attraversano il paesaggio pedemontano di oltre 40 chilometri in cui la coltivazione dell’olivo ha contribuito nei secoli a modellare l’ambiente.
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Weekend con Frantoi Aperti
I cinque weekend di Frantoi Aperti offriranno poi un nutrito programma di iniziative che potete trovare spiegate sul sito istituzionale. Inoltre alcuni degli chef del circuito “Umbrian #EVOOAmbassador – Testimoni di oli unici” – la rete creata dalla Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria – proporranno nei loro ristoranti menù di terra e di lago in abbinamento con gli oli e.v.o. di qualità dei produttori aderenti a Frantoi Aperti 2023.
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La fascia olivata Assisi-Spoleto
Gli oliveti si estendono per 9mila ettari di terreno e si contano quasi 1milione e 500mila piante, che ricoprono i pendii, i muretti, il paesaggio puntellato di borghi storici, castelli e complessi religiosi. La “Fascia olivata Assisi- Spoleto” è stata inserita nei Sistemi del Patrimonio agricolo di rilevanza mondiale della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ed è il primo territorio italiano ad essere stato inserito nel programma GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems) della Fao, con l’accoglimento della candidatura sostenuta dal Comitato promotore della “Fascia olivata da Assisi a Spoleto – verso la candidatura Unesco”, cui hanno dato vita i Comuni di Trevi (capofila), Assisi, Spello, Foligno, Campello sul Clitunno e Spoleto, con il sostegno di Regione Umbria.
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L’olio e la tradizione culinaria
La coltivazione dell’olivo è pratica antica, e nell’ammirare il paesaggio si vedono i caratteristici terrazzamenti, ciglioni e lunette in pietra a secco. L’olio extra vergine di oliva è prodotto con metodi tradizionali a molitura a freddo nei numerosi frantoi disseminati nel territorio. Ma non è solo paesaggio e natura è anche storia, come testimonia il Museo della civiltà dell’ulivo di Trevi che racconta proprio la tradizione secolare, dalla varietà degli olivi ai metodi di potatura e raccolta. E poi c’è natura e cultura popolare mischiata al misticismo: l’olivo di Sant’Emiliano svetta con la monumentalità nelle vicinanze dell’abbazia di San Pietro di Bovara, ha una circonferenza di 9 metri e un’altezza di 5, ha quasi 1.600 anni di vita ed è legato alla tradizione popolare che individua in questo il luogo del martirio del santo.
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Se mi chiedete cosa mangiare non so rispondere, ci sono troppe cose buone e genuine. Certo la bruschetta con l’olio a crudo ovviamente, ma anche il tartufo nero e il formaggio di pecora. Ma nei locali si possono provare anche salsicce alla brace, miele, trote e gamberi di fiume.
Una rarità è il Sedano nero, coltivato in una ristretta fascia di terreno tra la frazione di Trevi e il fiume Clitunno, è un sedano dal gambo bianco e dalle foglie di un verde molto scuro privo di filamenti e dal sapore intenso e fragrante. E’ uno dei presidi slow food dell’Umbria e oltre al pinzimonio (cazzimperio) trova altri usi come spiega la ricetta del Sedano alla trevana a base di sedano lesso, farcito con ripieno di carne, fritto in olio extravergine d’oliva e gratinato al forno con sugo e parmigiano. La terza domenica di ottobre da non perdere, la Mostra mercato del sedano nero di Trevi che si svolge da oltre 40 anni e la sagra della salsiccia con il Palio dei terzieri.
Anche la patata rossa di Colfiorito è un prodotto di eccellenza, apprezzata per il suo sapore e soprattutto per la polpa che risulta particolarmente soda. Indicata soprattutto nella preparazione degli gnocchi al castrato, è ottima anche per la frittura, per non parlare delle “patate sotto la cenere” tipiche della cucina delle nonne. Nel mese di agosto, nel territorio di Colfiorito e di Plestia si tiene la Sagra della Patata rossa.
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Da vedere
Ci sono tantissime cose da fare e vedere in Umbria oltre che mangiare bene … Trevi è circondata dagli olivi e le sue mura medievali, innestatesi su quelle precedenti romane, contengono l’abitato che con la caratteristica forma a “chiocciola” si avvolge lungo il pendio del colle. Il Duomo di Sant’Emiliano, edificato una prima volta nel XII secolo e dedicato al primo vescovo e protettore del territorio trevano, al cui martirio è legata la leggenda che avvolge l’ulivo più vecchio di Italia. Nel centro storico è collocata la seicentesca Villa Fabri, sede dell’Ufficio turistico comunale, ma anche dell’Associazione Strada dell’Olio extravergine di oliva Dop Umbria e del Consorzio di tutela dell’Olio extravergine di olivo Dop Umbria, che presenta nei soffitti delle sale del piano nobile una notevole decorazione ad affresco, della prima metà del secolo XVII.
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Se amate camminare o pedalare vi segnaliamo un percorso da Assisi a Spoleto (cliccate qui).
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Ma ci sono tante altre opportunità, questa zona è ricca di parchi, ad esempio il Parco regionale di Colfiorito. I Piani di Colfiorito o altopiani Plestini sono costituiti da sette conche carsiche, occupate in epoche lontane da laghi. Oppure il Parco del Monte Subasio che separa e collega i centri storici di Assisi, Spello, Valtopina e Nocera Umbra. Ognuno di questi centri conserva preziose testimonianze d’arte, in maniera particolare Assisi con le sue chiese, le sue vie e le sue piazze. Meno conosciute magari sono altre chicche. Sulla pendice del monte Subasio rivolta a mezzogiorno sorgeva l’eremo di San Vitale e la Fonte di San Vitale. La Chiesa della Madonna della Spella sorta nel XI secolo su un versante del Subasio che scende a Collepino e da qui a Spello: il nome deriva da specula, cioè “panorama” per le larghe vedute che spaziano fino ai Sibillini. La Chiesa della Madonna di Colpernieri, piccolo edificio che sorge su di un poggio a metà strada fra Collepino e San Giovanni: dietro l’altare maggiore è conservata una tela che raffigura la Madonna della Provvidenza. La Chiesa della Madonna dei tre fossi che si trova lungo la Valle del Tescio ed è un’elegante e semplice costruzione in pietra con campanile a vela. L’eremo delle Carceri dove San Franscesco, nelle grotte dove poi è sorto l’Eremo, si ritirava in preghiera (carcerava, da qui il nome). L’Abbazia di San Benedetto, nel XIII secolo fu sede monastica dipendente dall’abbazia di Farfa: l’impianto romanico rimane soprattutto nella struttura esterna, la cripta è dell’XI secolo. L’Abbazia di San Silvestro, la chiesa è quanto rimane del grande complesso monastico fondato probabilmente da San Romualdo nel 1025: sopra l’altare una Madonna col Bambino del XV secolo, nella cripta i capitelli sono materiali di riuso di epoca romana.
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