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Food Wine & Co.: il futuro dell’enogastronomia tricolore

Nell’ambito della quarta edizione del simposio organizzato dal Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media, dell’Università di Tor Vergata, docenti, manager, chef, imprenditori, comunicatori giornalisti, hanno tracciato i prossimi obiettivi dell’agroalimentare italiano

Il vero fenomeno di sviluppo industriale, un business a più canali e da previsioni stratosferiche destinato ancora a crescere a livelli esponenziali. Il settore dell’enogastronomia italiana nelle sue più svariate vesti, dal buon cibo al buon bere, dalla distribuzione ai servizi, dallo show all’entertainment è diventato uno principali settori trainanti dell’economia nazionale. L’Italia da mangiare e da bere, ormai ha “contaminato” gran parte del mondo. Ma la necessità di un ritorno alle origini, con una cucina dai contenuti più “sani” e genuini e non solo legata esclusivamente all’immagine e allo spettacolo, è una voce unanime gridata in coro da tanti protagonisti della due giorni di eventi della quarta edizione del Seminario “Food Wine & Co. – L’Enogastronomia è/e Entertainment”, organizzato dal Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media, dell’Università di Tor Vergata, realizzata in partnership con il magazine “Viaggi del Gusto”, Cinecittà Studios, e con il patrocinio di FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), tenutasi all’interno degli storici Studios di Cinecittà.

Sono proprio loro gli chef partecipanti a voler “debellare” il fenomeno dei cooking talent e show a base di piatti e ricette che ormai imperversano da qualche anno nelle tv generiche e tematiche. Ricerca e applicazione, qualità e sapori. La cucina non è immagine tra personaggi di grande scena ma “poco” cuochi“. Il cibo è un linguaggio, è lo strumento attraverso in cui si tramanda una storia, familiare, paesana, collettiva. E’ nell’appartenenza che si gioca il rimando tra la cucina è lo stare al mondo di ogni italiano. Raccontare una ricetta significa raccontare la storia di chi la racconta”. Daniele De Michele, in arte “Don Pasta”, dj, economista, appassionato di gastronomia, descritto dal New York Times come un’artista “più innovativi sul cibo” paradossalmente è proprio quello che nel suo intervento “cibo musica e storytelling”, rimanda più di tutti alla tradizione ed al gusto delle ricette tipiche preparate dalle anziane massaie di tutt’Italia, al gusto della pasta fatta in casa contro la grande distribuzione ed ai cibi manipolati e presentati nelle immagini televisive. Pensiero condiviso appieno dagli chef “stellati” Cristina Bowerman del “Glass Hostaria” e Fabio Campoli e da un altro come Cristiano Tomei del ristorante “L’Imbuto” del “Lucca Center of Contemporary Art” , chef stellato che la cucina-spettacolo potrebbe farla eccome, ma che nella sua performance “Mangiamoci”, in parte chiacchierata e in parte “movimento di mandibole”, ha voluto rimarcare il concetto: “La cucina si deve riappropriare del proprio ruolo, far capire il duro lavoro che c’è dietro ai fornelli ai giovani che vivono di sola teoria. Alcuni non conoscono a fondo neanche i prodotti che usano e vogliono diventare chef solo per aver visto qualche personaggio in tv che fa pensare ad un mestiere semplice, legato esclusivamente all’immagine. Non bisogna illudere i giovani che pensano che si diventi tutti grandi chef, che puoi guadagnare, diventare famoso e scrivere libri.

Tra i tanti autorevoli rappresentanti del settore tra Docenti e sommelier, manager e chef, imprenditori, comunicatori e marketer, giornalisti, blogger, scrittori, discutendo e confrontandosi, naturalmente le opinioni spesso non coincidono, ma proprio per questo il seminario di incontri rappresenta un’occasione unica e particolare per analizzare e comprendere, da un punto di vista manageriale, un mercato che dimostra un crescente potenziale di sviluppo, se accompagnato da attente strategie comunicative e di marketing.

Dati, questi, se cui c’è poco da obiettare. Da gennaio 2014 al 2015, un più 0,6% di produzione agroalimentare, più 3,1% di export, con un fatturato di 132 miliardi di euro, 58mila imprese, 385mila addetti diretti, 85mila impiegati nella sola produzione agricola. Una previsione futura di altro 5,5% di aumento nell’export. Una previsione trainante altresì per il settore “entertainment” che in Italia si prevede per il 2018 intorno ai 36miliardi di euro.

“Il food e wine che prima veniva considerato come semplice impiego del tempo libero – spiega Simonetta Pattuglia, Direttore del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media, ideatrice del concept – da qualche anno invece è diventata una vera industry, ma c’è di più tutto sta convergendo verso l’entertainment, basti pensare alle nuove forme che hanno assunto i “luoghi di vendita”, negozi, show room, centri commerciali, ecc. ideati e disegnati come supporti funzionali di un moderno “location-based entertainment, da Eataly ai vari Gourmet. L’entertainment ora è una macroindustry” in cui il food rappresenta uno dei principali contenitori.”

Tra questi i Grandi eventi”, uno dei temi di cui hanno parlato Andrea Santini, Responsabile Parco del Foro Italico per il Coni e il giovane imprenditore Federico Trotta descrivendo il suo “Streeat FoodTruck Festival 2015.

Ma a tenere banco nell’ambito del “Food Wine & Co” è sempre stato il concetto di “qualità”. Trend che ha altresì “ispirato” a nuovi concept anche la grande distribuzione, descritti a grandi linee da Simone Pescatore, Responsabile Carrefour Market, progetto “Carrefour Gourmet”, l’esperienza delle grandi caten entrate anche nella dinamica dei “supermercati dedicati agli amanti del buon cibo e della qualità”, con i nuovi 15 supermercati a gestione diretta in tutte le più grandi città d’Italia in una propria evoluzione partita nel 2014.

In effetti se “siamo ciò che mangiamo”, come scriveva a metà dell’Ottocento il filosofo tedesco Ludwing Feuerbach, indicando l’inscindibile unità tra psiche e corpo “per pensare meglio dobbiamo mangiare meglio – sottolinea Marco Cattaneo, Direttore Responsabile National Geographic Italia, volume Food – Il cibo insomma, non deve essere semplice nutrimento, è un elemento fondante della nostra cultura e della nostra civiltà. Ma nello stesso tempo fare una riflessione su come dovremo agire nel prossimo futuro per garantire l’accesso al cibo a nove miliardi di persone”.

Un pensiero che anche Alessia Polidori, Focal Point per Unicef ad Expo 2015, Comitato Italiano per l’Unicef, ha illustrato nel suo “Laboratori Bimbi” realizzato sempre in occasione di Expo 2015.

Il percorso di formazione strutturato in due giornate e articolato in sei master class arricchite da performance estemporanee, assaggi e degustazioni di cibi e bevande, avente come obiettivo di sottolineare come la comunicazione ed il marketing possano essere determinanti per un ulteriore sviluppo del settore ha evidenziato proprio come tutto sta convergendo verso l’Entertainment. “Oggi siamo dinnanzi ad una nuova tipologia di consumatori in un mondo sempre più digitalizzato, i luoghi di consumo sono come dei touch-point, un modo di esperienziare prodotti, imprese brand in una logica sistemica e multisensoriale”.

Entrando nel vivo del seminario molti sono state le testimonianze in tal senso: Gianni Bruno, manager wine & food Vinitaly; Silvia Dorigo, fondatrice dei “Taste Festival” tra Londra, Milano e Roma; Francesca Rocchi, vice-presidente Slow Food Italia dediicando ampio spazio alla parte salutistica e ambientale “senza rinunciare al piacere del cibo e alla convivialità”.

Ma anche la “cultura” delle sane abitudini alimentari, per capirne a fondo le diversità, va studiata attraverso la globalità delle diverse angolazioni del pianeta con le immagini di Alessio Rosati, Responsabile Ricerca, Educazione e Formazione del Museo Maxxi di Roma, nell’ambito della “Mostra Food dal cucchiaio al mondo”. “Turismo, Tradizioni e Nuove Idee” i temi al centro della seconda parte della seconda giornata, con gli interventi di Alberto Mazzoni, Direttore, Istituto Marchigiano di Tutela Vini; Camilla Alberti, Vice Presidente Strada del vino Franciacorta; Giuseppe Bianchini, Consulente Marketing, Mandrarossa Vineyard Tour delle “Cantine Settesoli”; Raffaella Cantagalli, Responsabile Formazione e Promozione, Campagna Amica; Stefano Carboni, Responsabile Comunicazione, Consorzio Mozzarella di Bufala Campana.

Molti gli spunti interessanti dai quali trarre profitto per le dinamiche future del settore, che vedrà riprendere la due giorni di studio e approfondimenti anche per la quinta edizione del prossimo anno.

Franco Barbalace 

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