Le vogliamo scoprire così lentamente, come ci detta quest’estate tutta particolare, le vogliamo gustare in tutti i versi, le Marche si presentano con un biglietto da visita di eccezione: l’enogastronomia. La bellezze naturali di questa Regione sono molteplici, per noi si riescono a vedere meglio in bicicletta, se poi invece il vostro metodo per capire un territorio è la sua cucina, meglio ancora!
Qui i prodotti della terra e le lavorazioni artigianali enogastronomiche caratterizzano e punteggiano tutta l’area con tipicità uniche da paese a paese, diventando protagoniste di appuntamenti ed eventi, come sagre e feste che animano borghi e piccoli centri lungo tutti i mesi dell’anno, per deliziare i palati alla ricerca di bontà autentica.
Molte le specialità di denominazione di origine protetta presenti in tutte le province. E così abbiamo creato una mappa e tappe del gusto che si possono fare in una vacanza unica o in più week dedicati ad ogni singola specialità. Destinazione Marche!
Pesaro Urbino
In questa zona tre sono le specialità da gustare almeno una volta, sua maestà il tartufo bianco, l’olio Extravergine di Cartoceto DOP, la casciotta di Urbino DOP.
Il tartufo bianco
Per il tartufo il periodo migliore sarebbe l’autunno e nel mese di ottobre si susseguono diverse feste a tema, da Sant’Angelo in Vado ad Acqualagna fino a Pergola. Il tartufo è conosciuto sin dai tempi di Greci e Romani e molte delle notizie storiche, mitologiche e antropologiche legate a questo prodotto sono custodite nel Museo del Tartufo locale ad Acqualagna.
Come dite? Perchè il tartufo bianco è più pregiato? Il Tuber Magnum Pico, ossia il tartufo bianco, si conserva per periodi brevi e la maturazione avviene in tempi rapidissimi mutandone il colore ma anche il sentore, che velocemente può virare in marcescenza.
Olio, le tante cultivar
Come saprete il tartufo ha un profumo molto forte e non tutti lo apprezzano, ma è impossibile che ci sia qualcuno che non abbia amore per l’olio, quello dal sapore ricco ed intenso. Tra le varietà locali citiamo la Coroncina, il Piantone di Falerone, il Piantone di Mogliano, il Sargano di Fermo, l’Orbetana, la Mignola, la Carboncella, la Raggia e la Raggiola, alcune delle quali danno origine ad oli monovarietali fortemente caratterizzati dal punto di vista analitico e sensoriale.
I formaggi e la casciotta
I formaggi tipici marchigiani erano molto apprezzati già nella Roma di Augusto, mentre nel XVI secolo la Casciotta d’Urbino aveva tra i suoi estimatori Michelangelo, che amava gustarla in primavera, periodo dell’anno in cui questo prodotto sfoggia le sue caratteristiche migliori.
Anche oggi la Casciotta si ottiene miscelando latte di pecora e di vacca di provenienza locale, che viene fatto cagliare a una temperatura di circa 35°C e posto in appositi stampi dove viene pressato manualmente con una particolare tecnica. La crosta sottile è indice di una maturazione breve (15-30 giorni) che permette di conservare un sapore dolce e delicato che ricorda quello del latte.
Ancona
Due i vini DOC di questa provincia, il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC e il Rosso Conero DOC. Il primo si ottiene da uve Verdicchio (minimo 85%) alle quali possono concorrere altri vitigni a bacca bianca. Sono sette le tipologie di Verdicchio disponibili, e sanno sposarsi con tutti i piatti della cucina mediterranea, ma l’abbinamento migliore è con il pesce, i crostacei e i molluschi.
Per il Rosso Conero viene utilizzato il Montepulciano, più maturo e morbido e si accosta bene a primi piatti di pasta ripiena e primi conditi con salse rosse; nella città dorica è consuetudine abbinare il Rosso Conero allo stoccafisso all’anconitana. Tipico anconitano è il Salame di Fabriano, che rientra nella tipologia dei salami lardellati, la cui produzione è in fase di rilancio.
Macerata
I vincisgrassi sono una ricetta tipica regionale ed è una variante della pasta al forno, è il piatto della festa, preparato nelle ricorrenze più importanti dell’anno. Dieci strati di pasta fresca alternata a ragù di varie carni, croccante in superficie grazie alla cottura in forno.
Particolare la lavorazione del Salame Ciauscolo IGP, dove il lardo viene macinato e amalgamato alla carne con la quale forma una pasta omogenea e facilmente spalmabile sul pane. Riveste particolare importanza la scelta delle carni che deve comprendere la spalla, il prosciutto, la pancetta, il lombo e naturalmente il lardo. Al tutto vengono aggiunti vino bianco, aglio e pepe.
In questa zona potete assaggiare il Varnelli di Muccia, prodotto che esalta la tradizione mediterranea dei liquori all’anice per il suo gusto secco e deciso. E il Verdicchio di Matelica che è ideale abbinare con i primi e secondi piatti di pesce. Ottimo è anche l’accostamento ad antipasti crudi, ai salumi e alle carni bianche.
Fermo
Tra le paste fatte in casa, qui dovete provare i Maccheroncini di Campofilone, prodotti con la stessa ricetta da secoli: l’impasto è preparato con le migliori farine di grano duro e uova fresche, senza l’aggiunta di acqua, viene steso in sottili sfoglie e tagliato in fili sottilissimi disposti ad asciugare su caratteristici fogli di carta.
Le donne che si tramandano quest’arte lavorano a mano o con un cucchiaio di legno. La sottigliezza della pasta ne consente una cottura rapidissima, in acqua o nel sugo in un minuto circa. Ancora oggi la filiera produttiva in tutte le sue fasi è rimasta totalmente artigianale ed è su questi particolari fondamenti, nel 2013 ottengono il riconoscimento I.G.P.
Fermo inoltre ospita Tipicità festival, un evento che parla cibo, markieting e turismo di scoperta, tutto incentrato sul cibo e le prelibatezze made in Marche, con specialità introvabili nei consueti canali.
Ascoli Piceno
Iniziamo da un nome conosciuto ovunque, l’Oliva Ascolana, aggiungiamo poi del Piceno DOP. Il suo habitat ideale è qui, ed è originato dal disfacimento di rocce calcaree su travertini, dal confluire di acque e da un clima ideale per le piante; il suo limite è l’estrema delicatezza dei frutti che, per essere idonei alla lavorazione, devono essere perfettamente integri. Si può immaginare quindi quanta maestria e quanta pazienza si richiedano alle laboriose donne ascolane che si dedicano ancora alla raccolta.
L’Anisetta Meletti
Nasce nel 1870 per opera di Silvio Meletti che dopo una lunga serie di studi nel campo della distillazione e di ricerche nel campo delle materie prime, mette a punto un meticoloso processo produttivo che gli permette di ottenere un prodotto unico nel suo genere.
Il gusto delicato e lo speciale aroma proviene principalmente dalla qualità dell’anice coltivato nei terreni di questa area. Parlando di anice, nelle Marche l’anice è consumato e commercializzato già nel ‘700.
L’Anice Verde di Castignano
Deve il suo nome al termine greco anisos che significa “non uguale”, con riferimento alla pianta di cicuta, conosciuta come potente veleno sin dall’antichità. La pianta dell’anice non supera i 50 centimetri di altezza e si caratterizza per i piccoli fiori bianchi riuniti in ombrelle che appaiono a fine giugno.
Oltre al liquore, l’anice è usato per fare confetti e ciambelline dolci, per il cui impasto si utilizza farina, zucchero, olio e vino bianco.
Anice anche…
Con il classico utilizzo in tisana, come decotto e la trasformazione in latte di anice, che si ottiene pestando i semi e lasciandoli in infusione per 5 minuti nel latte bollente.
Il Consorzio dei vini piceni
Tante cose buona da mangiare e va tutto condito con le sei tipologie delle Terre di Offida DOC che si presta ad abbinamenti con i vini del Consorzio e i tanti piatti della gastronomia regionale, dai vincisgrassi al piccione ripieno, dalla selvaggina alle carni rosse.
Marche in bici
Se volete conoscere le Marche in bici ci sono ventiquattro percorsi ciclabili per circa 2.000 chilometri e 130 comuni interessati, con un sito web e un’applicazione interattiva dedicati, che permettono di rimanere sempre aggiornati su nuovi percorsi e attività. Per chi ama vere e proprie “sfide” di mountain bike.
Il Brevetto di Monte Nerone
Consigliamo questo itinerario, nella provincia di Pesaro Urbino, che permette di scalare i tre versanti del Monte Nerone percorrendo le tre strade asfaltate che partono rispettivamente da Apecchio, Piobbico e Pianello di Cagli. Tutti i cicloturisti che termineranno l’itinerario proposto effettuando le tre cicloscalate nell’arco di una sola giornata potranno richiedere che venga loro rilasciato un attestato di partecipazione.
Il Parco naturale regionale del San Bartolo
Sempre in provincia di Pesaro Urbino, offre al suo interno moltissimi percorsi per gli amanti della mountain bike, di diverso grado di difficoltà, tra cui una strada panoramica lunga 23 km che collega i due comuni più distanti e una rete di piccoli sentieri immersi nella natura. Da non perdere i percorsi del Parco naturale del Conero o il Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Il Parco propone 14 itinerari ad anello ognuno percorribile in giornata mentre un solo itinerario, quello denominato il Grande Anello dei Sibillini, è percorribile in mountain bike in circa 4-5 giorni.