La dieta del cinefilo passa da lunghe code alle casse, una scelta tutto sommato varia, costi gestibili ma solo a seconda del tempo a disposizione. D’altra parte in questi giorni al Lido di Venezia il cibo è una necessità da assolvere tra un film e l’altro, e la geografia dell’isola, che già si misura in appena 11 chilometri di lunghezza, nei giorni della Mostra si riduce a cinquecento metri o poco più. La regola è mai allontanarsi troppo dalle sale dove si proiettano i film, dalle darsene dove sbarcano gli attori e dal palazzo del Casinò dove le star incontrano giornalisti e fotografi e dove è stata allestita la sala stampa con decine e decine di postazioni.
La giornata comincia molto presto, al ritmo delle proiezioni che per gli addetti ai lavori non sono quelle con red carpet sfavillante in Sala Grande da tardo pomeriggio a sera; sono al mattino, in sala gelate dall’aria condizionata, dove presentarsi a stomaco vuoto non è consigliabile (soprattutto quest’anno, con tutti i film di durata superiore alle due ore). La sosta obbligata è alla pasticceria Caldara di via Sandro Gallo, dove in un dondolare compulsivo di badge appesi al collo degli avventori, nessuno resiste ai cornetti che sono tra i migliori dell’isola.

Il pranzo non ha orario, a scandirlo sono i tempi delle proiezioni; quindi sul tavolo finiscono per lo più piatti freddi o panini. Per chi non vuole allontanarsi troppo dalla zona, tre le soluzioni. La più chic sicuramente è il Lion’s, che sta tra il Palazzo del Cinema e l’hotel Excelsior all’inizio delle Piccole Procuratie gioiello storico dell’isola. Dalla sua terrazza si può godere il passeggio dei più o meno celebri frequentatori della Mostra, i prezzi non sono economici ma la qualità è garantita. Dai cicchetti ai taglieri, dalle mozzarelle in carrozza alle focacce passando per hamburger, pokè, insalata, cous cous e paste fredde (ma se volete potete accontentarvi anche di un panino), si spende dai 3,50 euro di un tramezzino ai 16,00 euro dei piatti che prevedono il pesce; mediamente, con 12,00 euro si mangia bene e velocemente e c’è sempre il personale che pulisce i tavoli tra un cliente e l’altro. Buona regola: condividere i tavolini, così tutti trovano posto e in più si fanno nuove conoscenze.

Non cambiano di molto i prezzi nel giardino del Casinò, o nella sala interna al piano terreno, dove la ristorazione è gestita da Tino Vettorello, lo chef noto per i piatti creativi dedicati alle star. Qui il menu cambia ogni giorno: si va dai 15,00 euro circa per un piatto di carne ai 10,00 per insalatone o 13,00 per la pasta fredda. La frutta proprio se ne avete tanta voglia: una vaschetta con qualche acino d’uva, per quanto buona, vi costerà 5,00 euro.

Basta fare due pasi, ma veramente due, in più e in via Dardanelli poco dopo l’ingresso del leggendario albergo 4 Fontane, potete trovare il panificio Maggion, dove panini, pizzette sfiziosissime e dolci ai quali è impossibile resistere non costano più di quattro euro al pezzo in un locale dove gentilezza e pulizia sono la regola. Tutto da asporto, tutto da provare assolutamente.

Tacciono quest’anno le proteste per i costi dell’acqua in bottiglia: il dilagare delle borracce e la presenza di fontanelle disseta a costo zero anche nelle giornate più calde.
A cena, tutti di nuovo in giardino: le pizze vengono sfornate a ritmo continuo, c’è chi ama prendersi la scatola e andare a consumarla nei posti più tranquilli, dalla riva del canale alle sedute disseminate sotto gli alberi.
Per gli aperitivi, preparatevi a lunghe file. Allo spritz qui non rinuncia nessuno: da cinque ai sette euro, e anche senza patatine (se non espressamente richieste). Ma parlare di cinema con il bicchiere in mano, è tutto un altro film.