Tra le più belle e caratteristiche città dell’Umbria, Gubbio offre al viaggiatore importanti spunti culturali, artistici, storici e paesaggistici da inserire virtualmente nella propria valigia, per portare a casa bei ricordi della famosa “città grigia”.
Così appellata per il caratteristico colore dei blocchi di calcare su cui è costruita, Gubbio meriterebbe di essere visitata almeno per un weekend. Cosa fare e cosa vedere a Gubbio? Cosa mangiare e quali ristoranti scegliere per deliziare il palato? Scopriamolo in questa guida dedicata.
Weekend a Gubbio: cosa vedere?
Tra le migliori mete turistiche da visitare, Gubbio è sicuramente uno degli insediamenti umbri più antichi che, nel corso dei secoli, ha conservato gelosamente il suo aspetto di feudo medievale.
Da dove iniziare il tour? È d’obbligo partire da Piazza Grande che permette ai visitatori, non solo di godere di una spettacolare vista sulla valle, ma di visitare anche Palazzo dei Consoli, emblema della cittadina feudale, costruito in stile gotico, al cui interno si trovano il museo comunale “Campanone” e le “Sette Tavole eugubine”, ovvero lastre di bronzo che rappresentano la più importante testimonianza storica della lingua umbra.
Degno di ammirazione è il Duomo della città che custodisce al suo interno importanti opere d’arte del Cinquecento e le reliquie dei Santi Giacomo e Mariano, a cui la chiesa maggiore è dedicata.
Dal Duomo basterà fare pochi passi per trovarsi di fronte a Palazzo Ducale, che si distingue pe le sue caratteristiche linee rinascimentali all’interno del patrimonio medievale eugubino. Costruito su ordine del duca Federico da Montefeltro e detto anche “Corte Nuova”, il Palazzo Ducale ospita al suo interno uno studiolo in legno intarsiato del ‘400 (l’originale è esposto al Metropolitan Museum di New York) e un cortile che funge da anello di unione tra i due blocchi che compongono l’edificio.
Tra le più belle costruzioni della cittadina umbra c’è anche il Palazzo del Bargello che, nonostante sia datato 1300, non sembra subire i segni del tempo. Qui si trova la “Porta del Morto” che, secondo le leggende tramandate nei secoli, deve il suo nome al fatto che, da questa apertura alta e stretta, si facevano passare le bare.
All’interno del Palazzo del Bargello c’è il Museo della Balestra e proprio di fronte alla costruzione, invece, sorge la famosa Fontana dei matti. Tre giri di corsa intorno ad essa assumono un significato importante: lo straniero che li compie diventa cittadino con il titolo di “Matto onorario di Gubbio”. Tale qualifica è associata a persone di spirito e scherzose ed è per questo motivo che Gubbio è conosciuta anche come “Città dei Matti”.
Tra le chiese da visitare, ovviamente, due sono dedicate a San Francesco d’Assisi: la prima è quella nella quale il Santo trovò rifugio dopo essere scappato di casa e la seconda, San Francesco dei Muratori, al cui interno vi è la pietra su cui venne impresso il famoso patto tra il religioso di Assisi ed il lupo. L’animale non avrebbe fatto del male agli abitanti di Gubbio che, in cambio, lo avrebbero sfamato.
Altra visita d’obbligo è quella alla Basilica di Sant’Ubaldo: situata sul monte Igino, è raggiungibile con un viaggio in funivia che, in un percorso di circa mezzo chilometro, offre un panorama mozzafiato sulla città.
La Basilica è “custode” di numerosi dipinti, delle spoglie del Santo Patrono della città e dei famosi ceri che, ogni anno, a maggio ispirano la Corsa tradizionale per le vie della città.
E se ci si trovasse a Gubbio nel periodo di Natale? Cosa si potrebbe ammirare? Sicuramente si potrebbe apprezzare il maestoso albero più grande del mondo che, sul Monte Igino, viene acceso ogni sera, dal 7 dicembre al 10 gennaio.
Ogni anno l’albero di Natale più popolare del mondo attrae folle di turisti, che visitano il borgo medievale apprezzandone incantevoli scene religiose ispirate alle natività.
Cucina umbra a Gubbio: cosa e dove mangiare?
Un weekend a Gubbio è un’occasione unica per scoprire i sapori della buona cucina umbra. Ci sono tanti ristoranti tipici, gli agriturismi, le famose osterie e cantine umbre e le locande feudali dove potersi “rifocillare” e consolare con le tradizioni culinarie ed enogastronomiche locali.
La crescia al panaro è una vera squisitezza irrinunciabile: è una sorta di focaccia salata da gustare con gli affettati Made in Umbria. Una bontà, il cui impasto viene adagiato sul famoso “panaro” (una lastra circolare di ferro battuto) e cotto sotto la cenere di un fuoco a legna.
Divini i cappelletti in brodo di cappone ripieni di macinato di maiale e vitello e le famose pappardelle al ragù di lepre o cinghiale.
Assolutamente da provare sono i piatti con il tartufo: tagliatelle, ravioli, riso, lasagnette, etc. e i secondi prelibati di carne accompagnati dalla profumatissima crema tartufata.
Ottimo il baccalà, immerso nel latte autoctono e poi cotto in forno con le spezie; divina e delicata la tipica torta di formaggio, accompagnata da una fetta di buon brustengo, famoso pane fritto che può essere consumato anche con prosciutto, salsiccia, salame, cipolla, etc.
Per finire, sono da provare gli ottimi dolci umbri come i famosi e squisiti Ganascioni delle Suore di Santa Lucia.