Paradiso dei ciclisti, che tu sia performante o meno, i Colli Euganei, in provincia di Padova, sono un territorio che si presta ad essere conosciuto e amato in maniera lenta. Con escursioni in bici e a piedi, ma soprattutto deve essere gustato nella sua varietà di piatti e prelibatezze.

Olio e vino
Pedalando tra viette di campagna e salite, si illuminano gli occhi e si apre il cuore, immersi a contemplare campi coltivati, fioriture, oliveti e vigneti.
E’ qui che nasce l’olio extravergine d’oliva dei Colli Euganei, apprezzato per il suo gusto equilibrato e profumato, con note di mandorla, carciofo e verdure di campo. Le produzioni sono contenute, ma vi è sempre l’attenzione e la cura artigianale. Gli ulivi sono coltivati su terreni vulcanici che ne arricchiscono il profilo aromatico, e le varietà autoctone sono la Rasara, la Marzemina e il Matosso. Ci sono diversi piccoli frantoi da visitare dove si può fare una degustazione, noi di Vdgmagazine abbiamo provato il Colle del Poeta ad Arquà Petrarca. Questo olio fruttato medio-leggero, con un perfetto equilibrio tra amaro e piccante è ideale a crudo su piatti semplici per esaltarne il sapore, come pane, verdure grigliate o pesce.
Ma anche i vini dei Colli Euganei sono un vero tesoro enologico, anch’essi nati da un territorio vulcanico che dona carattere, mineralità e profumi intensi. Tra i più rappresentativi ci sono i bianchi Fior d’Arancio DOCG da uve Moscato Giallo (in versione secca, spumante e passito) che è aromatico, floreale e perfetto con i dolci o come aperitivo; il Pinot Bianco, Chardonnay, Serprino, freschi e fruttati, ideali con piatti leggeri e pesce. Tra i vini rossi il Colli Euganei Rosso DOC, blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc, a volte con Raboso, è un vino strutturato e speziato, ottimo con carni e formaggi stagionati; il Carmenère e Marzemino prodotti da varietà autoctone o storiche. Anche in questo caso sono numerose le piccole cantine che offrono la possibilità di degustare e acquistare il prodotto.

I piatti della tradizione
Simbolo della tradizione veneta, i “bigoli” sono una pasta lunga e spessa, simile ad uno spaghetto ma più ruvida e corposa. E proprio questa ruvidità, ottenuta grazie all’uso del torchio (detto anche “bigolaro), è perfetta per trattenere i sughi. Fatti con farina di grano tenero, acqua, a volte uova, senza sale nell’impasto, sono conditi con cipolla e acciughe (bigoli in salsa), con ragù d’anatra (bigoi co l’arna), con ragù di carne o selvaggina o semplicemente con il sugo di pomodoro. Noi abbiamo assaggiato quelli del ristorante Il Canzoniere ad Arquà Petrarca.
E a ricordare l’importanza di questo piatto si tengono diverse sagre: Festa dei Bigoi al Torcio a Limena (PD), ad aprile; Festa dei Bigoli a Rovolon (PD), nei weekend di maggio; Festa dei Bigoli a Monterosso di Abano Terme, in estate.
Simbolo di queste terre e presidio Slow Food è la Gallina Padovana, dalla carne tenera e saporita; come sono da assaggiare anche i Risi e bisi, piatto simbolo della primavera, con piselli freschi (di Baone).
Da vedere
L’evento promosso da Venice Promex “Il nuovo ritmo del turismo veneto: tra terme, wellness, territori da scoprire”, che si è tenuto tra momenti di approfondimento al Castello di San Pelagio a Due Carrare e di vera conoscenza del territorio pedalando, ha messo in luce lo scrigno di meraviglie che nascondono i Colli Euganei. Partendo da Abano o Montegrotto Terme, dove si può approfittare degli alberghi votati al termalismo, si può pedalare fino ad Arquà Petrarca, uno dei borghi medievali più belli d’Italia, dove visse il poeta Francesco Petrarca; Monselice ed Este, città murate ricche di storia, castelli e musei; il Castello del Catajo, una sontuosa residenza nobiliare con affreschi e giardini, a Battaglia Terme.
In bici o a piedi il Parco Regionale dei Colli Euganei (istituito nel 1989, tutela oltre 22.000 ettari di natura, borghi e sentieri) offre una varietà di paesaggi, animali e biodiversità riconosciute nel 2024 come Riserva Mondiale della Biosfera UNESCO.

Pedalando spunta all’improvviso il Villa Barbarigo e il Giardino monumentale di Valsanzibio: un capolavoro barocco con labirinti, statue e fontane, ma nelle vicinanze c’è anche il Parco Frassanelle con grotte artificiali e una villa veneta immersa nel verde.
Si può raggiungere l’Abbazia benedettina di Praglia risalente all’XI secolo, dove i monaci producono vini come il Claustrum e il Domnus Abbas, hanno un laboratorio cosmetico ed uno erboristico e un rinomato laboratorio di restauro di libri antichi.
A dominare la pianura è il Monte Venda che con i suoi 601 metri, è la cima più alta dei colli.

Chiudiamo questa piccola panoramica con il maraschino, liquore storico prodotto dall’infusione e distillazione delle ciliegie marasche, nato nella Dalmazia veneziana e oggi simbolo dell’eccellenza liquoristica italiana. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la storica distilleria che produce il liquore si trasferì a Torreglia dove ancora oggi continua la produzione.