È una tendenza sempre più diffusa nel mondo quella delle cantine di promuovere l’arte contemporanea, con acquisizioni importanti, residenze d’artista e iniziative volte a valorizzare il patrimonio del territorio attraverso un connubio tra capolavori , in bottiglia e in mostra, tutti da scoprire
Che sia vera passione o una raffinata operazione di marketing, le più prestigiose cantine del mondo stanno puntando in maniera sempre più chiara in direzione dell’arte. Quella contemporanea, in primo luogo, trasformando i loro spazi in musei a cielo aperto. Così, le opere spuntano tra i filari e le botti, che si tratti di acquisizioni importanti, interventi di land art e operazioni site specific. Presenze che amplificano l’esperienza enoturistica, rendendo, più di sempre, l’incontro con un vino, con un terroir anche incontro con la cultura a tutto tondo.
Toscana in prima linea
E se nel mondo di esempi illustri ce ne sono tantissimi, anche in Italia abbiamo il nostro patrimonio di “arte in cantina”. A partire ovviamente dalla Toscana, con il Castello Di Ama, nel Chianti, citato proprio tra le più importanti realtà internazionali in questo senso. A curare la parte artistica uno dei nomi più illustri del comparto, Philip Larratt-Smith, e tra gli artisti chiamati a interpretare il genius loci con la loro arte ci sono Michelangelo Pistoletto, Anish Kapoor e Louise Bourgeois.
Altro nome illustre è quello delle Cantine Antinori, dove i Marchesi Antinori portano avanti la loro storica vocazione al mecenatismo da oltre seicento anni. Dal 2012 questo afflato si è tradotto nell’Antinori Art Project, “naturale prosecuzione dell’attività di collezionismo indirizzandola però verso le arti e gli artisti del nostro tempo, in questo luogo dall’architettura avveniristica e accessibile a un pubblico alla ricerca di esplorazioni legate alle degustazioni e a esperienze sinestetiche” come si legge sul sito.
Artisti che… spuntano come funghi
Sempre in Toscana, in Maremma, dove da 10 anni è attivo Arte&Vino, progetto ideato nel 2014 in collaborazione con CapalbioèVino, associazione che raccoglie i vignaioli del territorio capalbiese e le sue eccellenze, allo scopo di promuovere il territorio attraverso un percorso eno-artistico nelle sue cantine. Ogni anno, opere di artisti emergenti e affermati vengono collocate all’interno delle aziende vitivinicole presenti nel territorio, creando un percorso che porta alla scoperta sia delle diverse realtà vinicole della zona sia il territorio seguendo il fil Rouge dell’arte.
Tra le realtà coinvolte nel progetto anche cantina Monteverro quest’anno ospita Come funghi un’opera di Giulio Bensasson, artista romano classe 1990. In questa installazione, il fungo viene trasformato da parassita in un elemento che accoglie e sostiene la vita. Capovolto e scavato diventa un contenitore naturale per l’acqua piovana, offrendo ristoro a uccelli, insetti e pipistrelli, in un perfetto equilibrio tra arte e natura. L’opera si inserisce armoniosamente nell’ecosistema della tenuta Monteverro, invitando i visitatori a osservare con attenzione la bellezza del paesaggio circostante.
Un giro d’Italia tra capolavori d’arte e di vino
Ma se la Toscana è il cuore di questa tendenza, qualunque sia la vostra destinazione il connubio vino e arte è una certezza, interpretato in maniera diversa a seconda delle situazioni. Come è avvenuto in Piemonte, con la celebre sinergia tra la famiglia Ceretto e gli artisti Sol LeWitt e David Tremlett, chiamati a fine anni ’90 a rileggere in chiave contemporanea la Cappella della Santissima Madonna delle Grazie di Barolo, primo e più famoso di una serie di interventi degli stessi artisti sul territorio, oggi vero e proprio museo a cielo aperto tra le vigne.
In Lombardia impossibile non citare Ca’ del Bosco, in Franciacorta che dagli anni Settanta è un importantissimo punto di riferimento culturale nella regione. La scultura è protagonista, e le opere sono tutte site specific. Tra le più affascinanti, Eroi di Luce di Igor Mitoraj, una delle sue iconiche teste recise stagliata contro il cielo, o ancora Cancello solare di Arnaldo Pomodoro, vero e proprio cancello di 5 metri di diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali ciascuno. O ancora Water in dripping di Zheng Lu, suggestivo schizzo d’acqua catturato nel suo divenire e fissato a mezz’aria tra le botti. E l’elenco potrebbe continuare.
In Sicilia, la cantina Planeta è molto attiva sul territorio promuovendo e portando avanti attività culturali, come per esempio Versoterra, un progetto nato per sensibilizzare il pubblico sul tema del cambiamento climatico. Attraverso installazioni artistiche site-specific di artisti internazionali, il progetto invita a riflettere sulle conseguenze dell’emergenza ambientale nel territorio mediterraneo, con anche incontri di approfondimento con esperti per ampliare la conoscenza e favorire un dialogo costruttivo sul futuro del nostro pianeta. Tra le opere iconiche portate sul territorio spicca Ettore Majorana di Claire Fontaine una scritta al neon lunga venti metri, cita una frase dal romanzo di Leonardo Sciascia dedicato a Majorana. L’opera si ispira alla vicinanza del luogo alle estati di Majorana, sottolineando il legame tra arte, scienza e territorio.
Una mostra da bere tutta d’un fiato
Inaugurato a inizio settebre, Palazzoirreale è un progetto di arte contemporanea che si pone l’obiettivo di fondere i linguaggi dell’arte con il territorio e l’esperienza bicentenaria dell’azienda vinicola Bosca, casa spumantiera visionaria fondata nel 1831 a Canelli, nella regione del Monferrato in Piemonte e conosciuta anche per le sue celebri cantine, le Cattedrali Sotterranee, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO dal 2014. Palazzoirreale vuole essere un punto di raccordo spazio-temporale tra storia, identità, luoghi e futuro, con l’obiettivo di comporre nel tempo una collezione che diventi parte del patrimonio del Monferrato. Primo artista coinvolto è Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974). A lui è stata affidata la realizzazione di una nuova opera luminosa ideata per il belvedere dell’edificio dove un tempo si trovavano gli uffici storici dell’azienda. L’opera, dal titolo Shape shifting (2024), avvia il percorso espositivo che si sviluppa all’interno degli spazi produttivi, includendo lavori storici dell’artista provenienti da collezioni private o dal suo archivio, per tracciare l’evoluzione della sua poetica dai primi anni 2000 a oggi. La mostra è visitabile fino all’8 dicembre 2024.
A questo punto è chiaro come il connubio tra vino e arte sia un fenomeno in continua evoluzione. Sempre più cantine stanno sperimentando nuove forme di collaborazione con gli artisti, dando vita a progetti innovativi e sorprendenti. Dall’arte digitale alle installazioni interattive, le possibilità sono infinite. Inoltre, si sta assistendo a una crescente attenzione per l’arte locale e per i giovani artisti, che trovano nelle cantine uno spazio privilegiato per esprimere la loro creatività. Il futuro dell’arte nelle cantine si preannuncia dunque ricco di sorprese e di nuove opportunità, e noi non vediamo l’ora di scoprirle.