Dal 28 novembre al 1° dicembre il capoluogo lombardo accoglierà alcuni membri dell’Associazione. Un unico obiettivo: promuovere le eccellenze enogastronomiche siciliane
La Sicilia è certamente una delle regioni italiane più ricche di storia, grazie alle tante diverse culture che nel corso dei secoli si sono intrecciate nell’Isola, dando vita a una cucina conosciuta e amata in tutto il mondo anche per le sue molteplici contaminazioni.
E proprio il patrimonio culinario siculo è al centro dell’evento – inaugurato mercoledì 28 novembre e che terminerà sabato 1° dicembre – che si sta svolgendo presso la sede di Identità Golose a Milano in collaborazione con Le Soste di Ulisse. Identità Golose, ideata da Paolo Marchi e Claudio Ceroni, si è rapidamente affermata come primo hub internazionale della gastronomia. Le Soste di Ulisse è invece un’associazione formata da 41 membri attivi nei campi della ristorazione e dell’hôtellerie, uniti nell’unico obiettivo di valorizzare le eccellenze della Sicilia.
«Il ruolo de Le Soste di Ulisse rispetto al territorio siciliano – spiega il Presidente per il triennio 2018/2020 Pino Cuttaia – è portare e riportare nella nostra terra, con l’impegno di tutti i suoi membri e un calendario di eventi e attività programmati fino al 2020 in Italia e all’estero, sempre più ospiti qualificati e profondamente conoscitori e appassionati delle eccellenze di cui siamo artefici, comprese quelle artistiche, storiche, culturali e architettoniche».
Gli chef Damiano Ferraro di Capitolo Primo a Montallegro (Agrigento), Gioacchino Gaglio di Gagini Social Restaurant a Palermo, Angelo Treno del ristorante Al Fogher a Piazza Armerina (Enna) e Pino Cuttaia del ristorante La Madia a Licata (Agrigento) – appena riconfermato due stelle Michelin – stanno facendo vivere a tutti gli ospiti della manifestazione un viaggio tra i sapori e le tradizioni dell’Isola, grazie a quattro cene a “otto mani” in cui è proposto un menù con piatti a base di ingredienti che mettono in risalto le peculiarità e le diversità del territorio siciliano. Dall’antipasto al dolce, ogni portata rispecchia non solo la tradizione gastronomica della Regione, ma anche il percorso professionale del suo creatore.
Menù
Apre la cena Damiano Ferraro, che presenta il suo Filetto di alalunga rosato al battuto di pepe nero, vinaigrette solida di caviale povero, riccioli di calamari alla cannella e croccante alle mandorle, spiegando così il suo antipasto: «Nel piatto sono elaborati in sintonia tanti ingredienti di terra e di mare. Il piatto nasce come idea tecnica dalle tante esperienze maturate durante il mio percorso formativo in giro per l’Europa e credo che raffiguri la Sicilia nel suo essere, esageratamente barocca sia nella cucina che nello stile».
Il primo piatto, Cavatelli di grano orizzonte con ragù di salsiccia di maialino nero, profumo di finocchietto selvatico su fonduta di Piacentino DOP, è opera di Angelo Treno, chef che ha viaggiato e lavorato in tutta Europa per poi rientrare nel suo paese di origine, Piazza Armerina, dove, nel 1992, ha preso in gestione un casello ferroviario trasformandolo nel ristorante Al Fogher. «Il piatto che porto è il ricordo delle mie domeniche da ragazzo – afferma Treno – Si facevano i maccheroncini fatti a mano il giorno prima e il ragù con cotture lunghissime. Anche questo piatto nasce dal ricordo dei profumi e sapori».
Si prosegue con Maialino in cortile (accompagnato da una salsa di cavolicelli selvatici, da una pasta di acciughe e una maionese al limone) di Gioacchino Gaglio, che inizia la sua carriera nei ristoranti stellati tra l’Italia e l’Europa, per poi approdare al Gagini Restaurant. «Il piatto nasce dal ricordo della mia infanzia in campagna a casa dei miei genitori dove si allevavano anche maiali – afferma lo chef – D’inverno ci riunivamo per cucinarli utilizzando per lo più verdure selvatiche come i cavolicelli. Ho voluto inserire nel piatto il limone in ricordo degli agrumeti attorno casa. L’acciuga è per omaggiare mio padre che di consuetudine ne preparava le conserve».
Infine, Pino Cuttaia propone il suo dolce, la Cornucopia di cialda di cannolo, ricotta e arancia, che il presidente de Le Soste di Ulisse definisce «un tripudio di sicilianità dalla ricetta ricca di creatività, ma con una base decisamente legata alla tradizione».
a cura di Chiara Volontè