Una sequenza di numeri come lo è 1994 può significare un anno, una data, un’altitudine.Nella fattispecie sta a significare un’attitudine – quella per l’alta cucina – di Alessandro Rotolo e Stefano Agostini, il primo giovane sommelier figlio di un produttore di vini, il secondo chef insignito di Stella Michelin.Insieme, a Padova, in zona Brusegana, hanno inaugurato nei giorni scorsi un ristorante cui hanno assegnato il nome di Diciannove Novantaquattro – si legge proprio così – ed è la sintesi di un incontro, un’intenzione, di un investimento.
Alessandro Rotolo – la cui data di nascita è 1.9.94 – opera con successo nel mondo del vino nella ventennale cantina del padre. “La nostra azienda – racconta il ventinovenne con una laurea in Economia conseguita proprio all’ateneo patavino – si chiama Schioppetto e rappresenta i Colli Orientali friulani. “Da sempre lo chef Stefano Agostini era un nostro cliente, fin da quando gestiva il locale Godenda in centro a Padova, città che personalmente amo molto per avere frequentato l’Università. Un giorno, chiacchierando e confrontandoci con Stefano sulle rispettive professioni, abbiamo convenuto sul fatto che un certo tipo di ristorazione si è andata perdendo e sarebbe stata una cosa buona e giusta riscoprirla”.
“Dalla sua parte – continua Alessandro – Stefano Agostini aveva la lunga esperienza maturata al ristorante Casa Vecia di Abano Terme, dove ha cominciato a 22 anni e che gli era valsa la Stella Michelin. Ha mosso i suoi primi passi proprio nel 1994 (ed ecco tornare quella sequenza di numeri…) cosicché abbiamo unito le forze e progettato questo ristorante di soli 30 coperti, per proporre una cucina e un servizio di grande attenzione, dove Stefano può esprimere se stesso e il suo talento con ingredienti e materie prime di qualità, ed io con il vino diffondere la passione enologica ereditata da mio padre e mio fratello”.
Diciannove Novantaquattro abbina dunque la data di nascita di Alessandro (1.9.1994) e l’anno di abbrivio professionale di Stefano (1994), in un significato unico e propiziatorio di fresca e ambiziosa collaborazione imprenditoriale.
Il Ristorante 19.94 vuole essere dunque una voce fuori dal coro, come la definiscono gli stessi autori del sodalizio gourmet: un punto di riferimento nuovo nel panorama enogastronomico padovano dove la cucina classica ha incontrato un ambiente moderno e innovativo. “Per essere contemporanei – sostiene Stefano Agostini – oggi bisogna fare un passo indietro. La mia vuole essere una cucina al servizio dell’ospite, senza renderlo vittima di tecnologie e tecnicismi funzionali, spesso, all’ego dello chef. Personalmente – continua Agostini – cerco di dosare e applicare tecniche di alta cucina a piatti legati al territorio e alle stagioni, con l’obiettivo di valorizzarne i sapori originari, privilegiando quando possibile l’uso di prodotti locali per un risultato armonico tra sapori, profumi e colori”.
CANTINA A UN TIRO DI … SCHIOPPETTO
Naturalmente, oltre ai vini dell’azienda Volpe Pasini e Schioppetto, ci sono in totale quasi 500 etichette (esclusi i Magnum) nella cantina di questo neonato ristorante padovano. C’è una selezione accurata di vini bianchi, rossi e rosati, compresi rinomati Champagne francesi, che rispecchia la coerenza della sintesi dei percorsi di tutti gli attori coinvolti in questo scenario: Alessandro Rotolo, Stefano Agostini ma anche e soprattutto del direttore di sala Filippo Caporello, anima fusion del 19.94.
Insomma, un nuovo ristorante che ha tutti i numeri per piacere, sorprendere, soddisfare.