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Il giardino d'inverno con la cucina nippo messicana

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 Piante che scendono dal soffitto per dare senso di ariosità e freschezza, cactus ordinati lungo le pareti per rievocare il calore del Messico, cemento armato per dare l’idea minimal del Giappone, listoni di legno al pavimento ma soprattutto materie prime di qualità. Passeggiando per Trastevere vi capiterà sicuramente di guardare dentro al Coffee Pot, perché lo sguardo ne sarà magneticamente richiamato: c’è un’armonia d’insieme particolarmente attraente che questo locale sprigiona, perché è una specie di giardino d’inverno, di orto concluso dentro a un ambiente di design. Inevitabilmente vi verrà voglia di entrare. Sarà la miglior cosa che potete fare perché qui, davvero, si gusta il migliore sushi di Roma ma va da sé che essendo un locale fusion, con cucina nippo-messicana, i piatti che arrivano sui tavoli sono poke bowl, nigiri e soprattutto tacos gourmet. Non per niente è diventato in poco tempo il punto di ritrovo di personaggi del jet set internazionale, attori e influencer, essendo aperto tutti i giorni per l’aperitivo, la cena e per il bere miscelato (cucina dalle 19 alle 24; bar dalle 19 alle 2).Coffee Pot Trastevere è aperto da un anno in via del Politeama 12, e per festeggiare il primo anniversario dall’inaugurazione, i proprietari Melissa Leone, Giorgio Fiorilli, Andrea Clapier e Francesco Chiappini hanno studiato  un menu anche con alimenti cotti a bassa temperatura e con innesti hawaiiani, cosicché ora il mix gastronomico è composto da 8 nuovi piatti sushi e raw food e 14 nuovi piatti messicani. In cucina si alternano ai fornelli due chef di livello  e formazione eccellente: Marco Fontana, allievo di Marco Di Vita (campione del mondo di pasticceria), è stato chiamato come responsabile delle proposte messicane, della cottura a bassa temperatura e della pasticceria, mentre Ajmal Ameer è il responsabile del Sushi e Raw Food.Al Coffee Pot ogni piatto – dal momento che viene utilizzata la bassa temperatura – è calibrato per essere insieme salutista e appagante per il palato con carni e verdure tenere, che mantengono intatti sapori e proprietà nutrizionali. Perché qui, è la cucina fusion giappo-messicana a farla da padrona, in connubio, ultimamente, con influenze hawaiiane.Un’esperienza gastronomica senza dubbio da fare e assolutamente consigliata, in abbinamento a un buon bere miscelato. Se, ad esempio, dal menu sceglierete i Polynesian Taco, fatevi servire El bandido (con mezcal infuso al legno di cocco, lime, sciroppo d’anans e pimento) oppure l’Akaibara. E potete finire in dolcezza con una cheese cake al frutto della passione.Un’idea di prezzi? Naturalmente sono previste formule aperitivo (Selezione di Maki, Uramaki, Nigiri, Wakame, Burritos e Nachos + Vino o birra a 12€ oppure + Cocktail 14€) e del menu degustazione su richiesta. Il Coffee Pot, oltre a mangiare benissimo,  è anche l’indirizzo giusto per socializzare e ascoltare buona musica grazie alla direzione artistica di Simone Brengola. Per saperne di più:www.coffeepotcompany.com 

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